Pdl a Orvieto processa Granata. E lui:”Prima Cosentino e Verdini”


Orvieto, 25 lug. (Apcom)
– Dentro o fuori, forse meglio fuori e comunque almeno a ‘processo’. Fabio Granata a Orvieto non c’è, ma di lui si parla senza sosta. Un modo, forse, per non nominare direttamente Gianfranco Fini, che pure torna nei ragionamenti di tutti, militanti e stato maggiore pidiellino, riuniti per la convention di Gianni Alemanno in Umbria. L’attacco è ormai partito e Maurizio Lupi, sulla scia di Mario Valducci, diventa il megafono della ‘scomunica’: dopo le dichiarazioni sulle vicende del 1992-93 Granata scelga, lasci il partito o si sottoponga al giudizio dei probiviri del Popolo della libertà.

La resa dei conti è vicina, almeno ad annusare l’aria di Orvieto. I dirigenti del Pdl arrivano ‘carichi’, Lupi non nasconde che è ormai il momento della verità. Inizia Franco Frattini, seguiranno Gasparri e Cicchitto e Lupi, tutti a chiedere che non si strumentalizzi la questione morale. E tutti a invocare fin dal mattino l’ultimo atto, come fa Frattini quando chiede di smetterla con “con l’opposizione interna continua”. Poi c’è il sindaco di Roma, si rivolge al Presidente della Camera e a Berlusconi e li invita a “tentare di raggiungere un’intesa”, o almeno a “provarci seriamente”.

Ma sul palco c’è grossa parte di quel mondo ex An ormai lontano da Fini. E a lui Gasparri pensa quando rimprovera quella “carica istituzionale” che non si è impegnata per le Regionali, ma ha fatto e continua a fare politica: “Allora perché non impegnarsi almeno due giorni in campagna elettorale?”. E sempre a Fini, senza nominarlo, sembra rivolgersi Altero Matteoli quando difende la leadership carismatica del Cavaliere e ricorda: “Noi veniamo da una storia che ha avuto leader carismatici e anche quando non avevamo un leader che non aveva la stazza del carismatico il partito l’ha costruita perché diventasse tale”.

Granata intanto risponde a mezzo stampa, si dice pronto ad affrontare i probiviri, ma a patto che la stessa sorte sia riservata a “Verdini e Cosentino”. Verdini, proprio il coordinatore di quel Pdl che ora tutti si propongono di rilanciare, magari con quei congressi locali sollecitati da Alemanno con una petizione. Con alcuni distinguo i dirigenti presenti sottoscrivono, ma è chiaro a tutti che prima c’è da risolvere il nodo Fini. Accadrà a breve, a sentire Cicchitto, subito dopo la manovra e le intercettazioni. Come ancora nessuno lo dice chiaramente, ma se lo strumento dovesse essere i probi viri, il finiano Andrea Augello ricorrerebbe come oggi all’ironia: “Se convochiamo i probiviri per una sciocchezza come quella di Granata, per capire quello che è successo a Caldoro in Campania bisognerà convocare la Corte Marziale”.

Tom/

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