Da una parte c’è un sindaco, Andrea Cassani, che di fronte a troppi incidenti che hanno coinvolto ciclisti (due morti in poche settimane) ha deciso di fare qualcosa di concreto. Dall’altra c’è un campionissimo di ciclismo, Ivan Basso, che non ha mai sciolto il legame fortissimo e speciale con la sua terra e la sua gente. I due si sono incontrati e quello che ne verrà fuori, garantito, sarà qualcosa di speciale: a noi non resterà che provare a raccontarlo, il resto verrà poi da solo.
Ieri mattina in Municipio c’è stata una stretta di mano speciale. Basso è arrivato in sella a una bicicletta – casco in testa rigorosamente allacciato, luci di segnalazione accese – e il sindaco l’ha fatto salire nel suo ufficio (c’eravamo anche noi, ma abbiamo fatto solo da tramite). E chiusi in quella stanza, insieme all’assessore alla sicurezza Francesca Caruso, si è parlato e si sono condivisi progetti e idee. Troppi incidenti in bici, si diceva: ciclisti investiti, ciclisti che si sono fatti male (seriamente) e purtroppo anche ciclisti che sono morti. Cosa fare per dire basta?
«Educare – ha detto il sindaco Cassani – tutti gli utenti della strada. Abbiamo deciso di coinvolgere Ivan Basso perché nessuno come lui sa quali tasti toccare per arrivare alla gente. Ci siamo incontrati, abbiamo parlato e abbiamo messo sul piatto un po’ di idee. L’obiettivo è quello di convincere la gente ad andare sempre di più in bicicletta, ma di farlo rispettando le regole abbassando il più possibile i rischi e i pericoli. Non anticipiamo nulla,
ma le iniziative in cantiere sono tante». «La mia priorità – ha detto Francesca Caruso – è inculcare il rispetto delle regole nei ciclisti, nei pedoni e negli automobilisti. Sono onorata che un campione del livello di Ivan Basso, che percorre quotidianamente le nostre strade, si sia messo a disposizione dell’amministrazione comunale e della comunità gallaratese allo scopo di formare utenti della strada attenti ai più banali “accorgimenti” in grado di salvare una vita. Sarà un lavoro lungo e impegnativo, che però non ci spaventa. Inizieremo dalle scuole per fare crescere una nuova generazione di ciclisti, ragazzi che un domani diventeranno automobilisti con una consapevolezza diversa sulla corretta convivenza lungo strade e vie tra veicoli a quattro e a due ruote».
E Ivan? «Sono a completa e totale disposizione, pronto a farmi coinvolgere in questa bellissima iniziativa. Partire da qualcosa di negativo come gli incidenti che sono accaduti per portare ancora più gente in bicicletta è una sfida che mi è piaciuta fin da subito. Ho trovato un’amministrazione attenta e un sindaco innovatore, quindi sono convinto che potremo raggiungere grandi risultati. Sogno una città in cui i bambini e i ragazzi vanno a scuola in bicicletta, magari accompagnati dai nonni e in tutta sicurezza. Sogno una comunità in cui i ciclisti sono consapevoli dei loro diritti e dei loro doveri, e gli altri utenti della strada sono rispettosi nei confronti di chi pedala. Perché fidatevi: non c’è niente di più bello e sano di una pedalata, magari in famiglia. Poche ore fa ho fatto un giro con mia moglie Micaela, che alla fine mi ha sussurrato “Sai che la bici mi da senso di libertà e quando pedalo con i miei figlio il loro sorriso mi travolge?”. È tutto qui: con il sindaco e l’amministrazione continueremo a vederci e a parlare, e presto sarete messi al corrente di tutto quello che faremo per fare di Gallarate una città a misura di bicicletta. È un sogno? No, è un obiettivo». Noi, racconteremo quello che accadrà: ma soltanto il fatto che questa idea abbia iniziato a pedalare, è una vittoria.