Fagnano – Solbiate Olona Di Pedemontana, fino al primo maggio le sorelle Macchi ne avevano solo sentito parlare. Poi è arrivata la lettera di esproprio del loro terreno di circa mille metri quadri a Fagnano. Il testo annunciava che alle ore 11 del 18 di maggio il possesso del bosco di loro proprietà sarebbe passato nelle mani della società autostradale. E così è stato: ieri mattina alle 11 nell’area boschiva al confine tra Fagnano Olona e Solbiate Olona c’erano
i tecnici di una società che lavora per Pedelombarda impegnati a prendere visione dei boschi e a redigere «i verbali di accertamento dello stato di consistenza e immissione nel possesso». Tali verbali decretano il possesso dell’area ai fini dell’occupazione per il cantiere dell’opera; il trasferimento della proprietà avverrà poi in seconda istanza con i decreti di esproprio.
Insieme alle sorelle Macchi, a firmare gli atti, c’erano una decina di espropriati, tutti proprietari di appezzamenti di bosco nella zona dove correrà la nuova autostrada. «Lo vedete tutto questo verde? – dice con amarezza Plinio Saibene, anziano proprietario di 2 mila metri quadri di terreno – Tra poco non ci sarà più niente, taglieranno tutti gli alberi: tra i prati crescono anche le fragole, vengo a raccoglierle da quando ero bambino, un tempo c’erano solo queste, sono ancora buone. Dodici anni fa mi hanno portato via un terreno nel fondovalle per realizzare dei lavori agli argini del fiume, aspetto ancora i soldi dalla Provincia. Secondo me, non vedrò neanche questi».
Con loro c’era anche un legale esperto in espropri che seguirà alcuni casi e il coordinatore del Comitato per la Salvaguardia del Medio Olona, Fabrizio Poncato. C’è infatti chi ha intenzione di presentare ricorso alla società, con la speranza di ottenere un controvalore più alto e chi si accontenta degli indennizzi: se la procedura di esproprio viene chiusa bonariamente dalle parti interessate il valore agricolo medio (1,13 euro al metro quadro) può aumentare del 50%. Ma c’è chi lo giudica comunque un controvalore iniquo. Alberto Pigni ci mostra la sua lettera di esproprio: «Quindici anni fa, quando ho comprato il terreno, valeva 15 mila lire al metro quadro. Oggi, per 1350 metri quadri di bosco mi dovrebbero dare 1550 euro – spiega l’espropriato – Tra le nostre piante c’è anche una quercia di 50 anni e 80 centimetri di diametro, i tecnici ne prenderanno visione, ma le indennità restano comunque basse». «Su 950 metri quadri ce ne lasciano 41, cosa ce ne faremo? – si domanda infine la signora Macchi – Tra l’altro, non abbiamo il computer e nessuno ci ha informato dell’esprorio: il Comune è stato completamente assente». Tra un mesetto la stessa procedura sarà applicata ai proprietari di abitazioni e di capannoni interessati dagli espropri, in modalità ancora da valutare. Intanto a Cassano sono iniziati i primi lavori di sminamento propedeutici all’inizio degli scavi per lo svincolo che collegherà Pedemontana all’A8.
Valeria Arini
f.artina
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