Pedemontana a rischio, tutti d’accordo: «Il cantiere non si può fermare». Le categorie si ribellano, il centrosinistra attacca il centrodestra. Politica ed economia si interrogano ed esprimono «grande preoccupazione», dopo l’allarme sul rischio di interruzione dei lavori dei primi lotti delle tangenziali di Varese e Como e della tratta Cassano Magnago-Lomazzo, nel caso in cui il 28 febbraio non sia effettuata una ricapitalizzazione da 100 milioni di euro.
Giorgio Merletti, presidente nazionale di Confartigianato, teme che Pedemontana «resterà lì e finirà come la Salerno-Reggio Calabria», con conseguenze facilmente immaginabili per l’economia dei territori che da trent’anni attendono questa infrastruttura strategica.
Insorge anche Il Pd, che per voce del consigliere regionale uscente Stefano Tosi esprime «fortissima preoccupazione» e non risparmia i governi di centrodestra: «Questa è l’eredità che ci è stata lasciata. Ora occorre fare ogni sforzo per concludere i lavori in corso, se si sospendono si rischiano decine di milioni di euro di danni per mettere in sicurezza i cantieri». Gli fa eco Daniele Marantelli: «Mentre Pedemontana, finanziata dal governo Prodi, rischia di bloccarsi, l’Expo non si sposta dal 2015».
Anche la gente esprime preoccupazione. In particolare gli espropriati della Pedemontana, beffati due volte, ma anche i cittadini che trarrebbero giovamento dalla nuova infrastruttura: «Siamo in Italia, ci si può aspettare di tutto, ma i cantieri di Pedemontana devono andare avanti, altrimenti ci sarebbe da fare la rivoluzione».
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b.melazzini
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