Pedemontana, tangente sui lavori nell’inchiesta sul sistema Penati

MONZA Una tangente da 267mila euro per i lavori di Pedemontana. Anche su questo stanno lavorando i pubblici ministeri della Procura della Repubblica di Monza Walter Mapelli e Franca Macchia, impegnati nell’inchiesta sul cosiddetto «sistema Sesto San Giovanni» e sull’ex presidente della Provincia di Milano Filippo Penati.

Dopo il filone dell’ex area Falck, relativo ai progetti da realizzare là dove sorgeva una delle più grandi acciaierie d’Europa, i magistrati stanno affrontando un’altra vicenda particolarmente spinosa, quella della Serravalle e del discusso acquisto di azioni da parte della Provincia di Milano proprio ai tempi della presidenza Penati. Indagando in questa direzione, prima di Natale i pm hanno impresso una svolta all’inchiesta attraverso una serie di perquisizioni tra cui una che interessa la vicenda Pedemontana.

Il punto di partenza per gli inquirenti sono i prospetti trovati nel computer di Renato Sarno, architetto indagato per corruzione e ritenuto un collettore di tangenti e uomo di fiducia dello stesso Penati nella gestione della Serravalle. Su questi documenti viene riportato uno dei nomi entrati ufficialmente nell’indagine con il blitz dell’inizio di dicembre, quello di Carlo Tavernari. Un personaggio, come annotano i magistrati nel decreto di perquisizione, che viene accostato ai pagamenti in «via riservata» che sarebbero stati fatti all’architetto Sarno, secondo quanto riportato nella contabilità sequestrata a quest’ultimo. Un coinvolgimento particolarmente interessante perché proprio Tavernari ha in uso un’utenza telefonica intestata a Girpa spa, la società che avrebbe realizzato i progetti di Pedemontana. Il collegamento con la vicenda Serravalle sta nel fatto che proprio quest’ultima società controlla anche Pedemontana spa.

L’ipotesi, insomma, è che per i lavori di Pedemontana siano stati pagati dei soldi. Nel prospetto trovato a Sarno sotto il nome Tavernari vengono indicati diversi acconti dal luglio 2008 al marzo 2009 per un ammontare complessivo di 57mila e 500 euro. Poco sotto, nello stesso foglio, alla voce più specifica Pedemontana, ci sono altri acconti, per una cifra totale ancora più alta, che sarebbe stata corrisposta nel periodo che va dal marzo 2009 al maggio dello stesso anno.

Si tratta in tutto di 210mila euro. Sarno avrebbe raccolto denaro che poi sarebbe arrivato all’ex presidente Pd della Provincia di Milano. In questo frangente, quindi, si confermerebbe un suo ruolo di collettore di denaro: quello trovato nella seconda fase dell’inchiesta dai pm monzesi ammonta, comprese le somme riferibili a Pedemontana, a un milione e 400mila euro. Lo stesso Tavernari ha al suo attivo una militanza nell’ambito del Pci mantovano.
Paolo Rossetti

e.marletta

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