– Pedemontana, rebus pedaggio. Chi lo pagherà? Per la Regione Lombardia nel 2015 non ci sarà, per la società Autostrada Pedemontana Lombarda invece è previsto dai contratti e dai piani finanziari e quindi va fatto pagare agli utenti.
«Se la Regione vuole assicurare l’esenzione agli automobilisti, dovrà trovare il modo per coprire i mancati introiti del pedaggiamento». Così chiariscono la questione dalla sede di Milano-Serravalle, la società, oggi di proprietà di Finlombarda, che controlla quasi l’80% del pacchetto azionario di Pedemontana.
È stato il numero uno della società Autostrada Pedemontana Lombarda, , a ribadire che il pedaggio non si toglie, parlando di «fughe in avanti» e «congetture» a proposito delle prospettive di esenzione dal ticket per tutto il 2015, approvate a larga maggioranza in Consiglio regionale nel mese di settembre.
«Non è mai stata prevista nessuna gratuità, per nessun lotto della tangenziale – spiega il presidente di Pedemontana – esiste un progetto finanziario ben definito, che calcola le tariffe per il tratto stradale. Noi abbiamo sempre proceduto come previsto dalle iniziali tabelle di marcia». E in effetti nel piano finanziario dell’opera, che comprende l’autostrada Busto Arsizio-Dalmine e le due tangenziali di Varese e Como, è previsto ormai da anni il pagamento dei pedaggi.
Che è condizione indispensabile per garantire la provvista finanziaria necessaria per dare continuità
ai lavori, che solo in una fase iniziale hanno beneficiato del contributo pubblico. Anche la segnaletica posata nelle scorse settimane sia all’imbocco della tratta A di Pedemontana che all’ingresso della tangenziale di Varese a Gazzada, riportano la dicitura di autostrada a pedaggio.
Eppure il Consiglio regionale, a larga maggioranza, ha votato per impegnare la giunta a garantire l’esenzione del ticket almeno per tutto il 2015. Anche perché in una prima fase la mancata implementazione del sistema di pedaggiamento “free flow” (le gare per l’assegnazione finora sono sempre andate deserte) renderebbe impraticabile la riscossione. Nel frattempo però qualche passo in avanti è stato fatto, con la defiscalizzazione dell’opera deliberata da parte del Cipe (il cui iter è in fase di completamento solo in questi giorni con la registrazione alla Corte dei Conti): uno sgravio di tasse – Ires, Irap e Iva – per dodici anni (dal 2016 al 2027) che vale in tutto 349 milioni di euro.
E che rappresenta una sorta di contributo pubblico extra che dovrebbe poter consentire, secondo la versione dell’ex assessore alle infrastrutture Raffaele Cattaneo, un appiglio giuridico per evitare che la società Pedemontana possa pretendere i pedaggi sulle tangenziali».
«Eppure da Assago, sede di Milano-Serravalle e di Apl, ribadiscono che «il pedaggio non è in discussione. Se Regione Lombardia intende non farlo pagare agli utenti delle autostrade, il mancato incasso verrà quantificato e dovrà essere coperto con altre risorse».
In soldoni, dovrebbe essere la stessa Regione ad intervenire con risorse proprie per risarcire la società dei mancati introiti, che peraltro sono indispensabili per portare avanti i cantieri, visto che la solidità finanziaria di Pedemontana è tutt’altro che al sicuro.
Il segretario regionale del Pd sfida la maggioranza, che ha portato avanti la mozione, a rispettare quanto dichiarato: «La faccia ce l’ha messa Maroni, ora deve mantenere le promesse ed evitare agli automobilisti varesini il pedaggio sulla Tangenziale e sulla prima tratta di Pedemontana».
Ce la farà Regione Lombardia? Alfieri rivendica il ruolo giocato dal Governo in questa partita: «Noi come Pd la nostra parte l’abbiamo fatta, sollecitando il governo nazionale ad approvare la delibera del Cipe per la defiscalizzazione, un provvedimento che vale 349 milioni di euro. Ora Maroni si deve assumersi le sue responsabilità e fare la sua parte per ottenere il risultato».
Ora non resta che attendere l’inaugurazione, con le prime auto che potranno percorrere Pedemontana: per la tratta A si parla del weekend tra il 24 e il 25 gennaio.