Bruxelles, 24 giu. (Apcom) – Torna la tempesta sulla chiesa cattolica belga, con una serie di nuove perquisizioni effettuate oggi dalla polizia nell’arcivescovado di Malines-Bruxelles e a casa dell’ex primate, cardinale Danneels. Ad aprile e a maggio le rivelazioni su un caso di pedofilia avevano costretto alle dimissioni il vescovo di Bruges, Roger Vangheluwe e dato la stura a diverse centinaia di denunce su altre vicende di abusi sessuali fino ad allora coperte da una coltre di silenzio. Tanto che la Chiesa locale aveva riattivato una commissione indipendente per raccogliere le denunce e indagare sugli abusi sessuali nelle relazioni pastorali, affidandola allo psicologo infantile Peter Adriaenssens.
Oggi la polizia belga ha perquisito la diocesi arcivescovile di Malines-Bruxelles, e contemporaneamente proprio la sede della
Commission Adriaenssens, nonché la casa del cardinale Godfried Danneels, ex primate del Belgio, sequestrando anche il suo computer.
L’arcivescovado di Malines-Bruxelles non è una diocesi come le altre in Belgio, ma costituisce il ‘cuore’ della chiesa cattolica del Paese. Il suo arcivescovo è, dall’inizio dell’anno, Monsignor André-Joseph Léonard, primate del Belgio e presidente della Conferenza episcopale belga.
Quanto a Danneels, è uno dei cardinali più conosciuti e rispettati dell’intera Chiesa cattolica. Si dice che all’ultimo conclave in Vaticano non sia stato eletto papa per pochi voti, e che con lui sia stata sconfitta la corrente progressista interna alla Chiesa. Danneels è stato recentemente sostituito nel ruolo di primate del Belgio dal cardinale Léonard, che viene invece considerato un conservatore.
L’eventuale coinvolgimento dell’ex primate belga, che non è stato interrogato dalla polizia, riguarderebbe sue presunte responsabilità nella ‘copertura’ del vescovo Vangheluwe, che sembra non abbia denunciato immediatamente, una volta venuto a conoscenza dei suoi abusi; una vicenda su cui stava già indagando dall’inizio di maggio la Commissione Adriaenssens. Danneels non si è opposto alla perquisizione e ha commentato attraverso il suo portavoce che “la Giustizia deve fare il suo corso”.
Secondo ricostruzioni della stampa locale, la polizia potrebbe aver deciso di procedere alle perquisizioni in base alle denunce ricevute da un prete pensionato, Rik Devillé, che a suo tempo aveva riferito invano alle autorità ecclesiastiche le testimonianze raccolte su diversi casi di abusi sessuali. Circa due settimane fa, Padre Devillé aveva trasmesso alle autorità giudiziarie tutti i dossier con le denunce in suo possesso e tutto il suo carteggio con i superiori, ma sostiene di non essere ancora stato ascoltato dai magistrati inquirenti.
Il Belgio era finito nelle cronache sulle inchieste per pedofilia nella chiesa cattolica dopo gli scandali già scoppiati in Irlanda, Germania e Stati Uniti. Il primate, Monsignor Léonard, ha promesso di applicare una politica di ‘tolleranza zero. Il mese scorso, poi, i vescovi belgi avevano chiesto perdono sia per gli abusi commessi nella Chiesa che per il silenzio dei suoi reponsabili.
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