Pedopornografia a TradateCondannato a nove anni

TRADATE Nove anni, appena uno in meno di quelli richiesti dal pubblico ministero: è la pena che dovrà scontare l’operaio trentenne di Tradate, arrestato a giugno dello scorso anno dalla squadra mobile di Varese, che scoprì nello scantinato della sua abitazione una vera e propria stanza degli orrori. È stato riconosciuto colpevole dei reati di violenza sessuale su minori e di pedopornografia, al termine del processo celebrato  ieri pomeriggio a Milano con rito abbreviato,

di fronte al giudice per l’udienza preliminare Gaetano Brusa.Sono tre le vittime accertate, due delle quali, per il tramite dei loro genitori, si sono costituite parti civili con l’avvocato varesino Cosimo Colonna. Avevano chiesto un risarcimento complessivo di 250mila euro: il giudice ha deciso che l’entità del danno venga stabilita in separata sede. Proprio quei filmati, scambiati dall’operaio su internet con altro materiale dello stesso tenore, sono la prova che lo hanno inchiodato, e che hanno sollevato il velo su una realtà orrorifica. Le violenze avvenivano nello scantinato della sua abitazione, opportunamente insonorizzato per impedire che all’esterno si sentissero le urla e i lamenti delle sue giovanissime vittime.

Fisico minuto e faccia da bravo ragazzo, ma con lo sguardo freddo, l’imputato ha assistito in silenzio alla lettura della sentenza, tenendo gli occhi bassi per non incrociarli con quelli dei genitori delle vittime. Le motivazioni della sentenza tra 60 giorni: allora si saprà se, per il tramite del suo legale, avvocato Anna Rita Galimberti, avrà proposto appello.

b.melazzini

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