MILANO – La Lombardia ha modificato i rimborsi ai pendolari per i ritardi dei treni non per sua volontà ma perché “si è dovuta attenere ad una delibera dell’Autorità di regolazione dei Trasporti (art 106/2018) che non prevede più il bonus ma un indennizzo”. L’assessore ai Trasporti della Regione Franco Lucente lo ha sottolineato oggi in audizione alla commissione Mobilità del Consiglio regionale. “Lo abbiamo fatto alla stipula del nuovo contratto con Trenord e siamo gli unici – ha rivendicato – ad aver innalzato la quota dell’indennizzo al 30% del costo degli abbonamenti mensili e annuali.
Le altre Regioni, infatti, si sono attenute fedelmente alla delibera ART e, tranne rari casi isolati, riconoscono un indennizzo pari al 10%, quindi molto meno di quanto previsto dalla Lombardia”. Per gli abbonamenti integrati (TrenoCittà, IVOL, IVOP e STIBM) il valore dell’indennizzo è pari al 10% della quota della tariffa ferroviaria. Il 10% dell’indennizzo è rimasto a carico di Trenord mentre il 20% aggiuntivo è a carico della Regione. Rispetto al passato sono meno i pendolari che ricevono l’indennizzo. Prima infatti era dato in automatico a chiunque facesse l’abbonamento tre mesi dopo che era stata accertata la percentuale di ritardo mentre ora ora l’indennizzo, come spiegato dall’assessore regionale “è riconosciuto solo al viaggiatore in possesso di un abbonamento nel mese in cui si sono verificati i disservizi”.
“Voglio ricordare che in Lombardia l’offerta di servizio è ben superiore rispetto a quella nelle altre regioni: qui si effettuano oltre 2200 corse al giorno. Sulle principali direttrici negli orari di punta – ha concluso Lucente – i viaggiatori hanno a disposizione una corsa ogni mezz’ora o ogni 15 minuti. In Regioni come Lazio, Veneto, Piemonte, Emilia-Romagna, l’offerta non raggiunge il migliaio di corse al giorno”.