Con la pensione di marzo arrivano gli aumenti per la rivalutazione degli assegni superiori a quattro volte il trattamento minimo. Per chiunque abbia un assegno mensile superiore a 2.101,53 euro mensili scattano quindi gli incrementi previsti dalla legge di Bilancio, con percentuali di rivalutazione diverse in base all’importo percepito.
Gli aumenti sono già arrivati, sin da gennaio, per le pensioni per cui la rivalutazione era almeno al 100%, ovvero quelli fino a quattro volte il trattamento minimo. Ora, invece, scattano anche per gli assegni più alti. Inoltre, per chi riceverà da adesso gli aumenti, a marzo arriveranno anche gli arretrati dei primi due mesi del 2023.
I pensionati, quindi, si troveranno importi diversi sul cedolino rispetto al passato: occorrerà verificare gli aumenti e gli arretrati, capire quale sarà la cifra che si riceverà anche nelle prossime mensilità e in cosa consiste la voce relativa ai conguagli da perequazioni.
Nel cedolino resta la voce relativa alla pensione mensile lorda che, da marzo, comprende anche gli aumenti per chi percepisce più di 2.101,53 euro mensili. Sarà questo, quindi, l’importo che i pensionati riceveranno anche nelle prossime mensilità del 2023.
L’altra voce a cui prestare attenzione è quella relativa ai conguagli da perequazioni. Sono, di fatto, gli arretrati relativi ai primi due mesi del 2023. Gli aumenti non ancora pagati di gennaio e febbraio, insomma. Dividendo per due questa cifra è inoltre possibile stabilire a quanto ammonta l’aumento mensile rispetto al 2022.