– Flavio Jeanne si è pentito e adesso, in lacrime dal carcere di Busto Arsizio, chiede perdono. «Pentito? Perché allora non si è costituito?», dice lo zio di Giada Molinaro, la giovane studentessa di 17 anni travolta e uccisa da un pirata della strada alle 23:30 di mercoledì scorso in viale dei Mille. Quel pirata era Jeanne, cuoco di 24 anni, arrestato dai carabinieri della compagnia di Gallarate e del reparto investigativa di Varese intorno alle 12 di venerdì. A lui gli inquirenti sono arrivati grazie a un’indagine rapida ed efficace condotta dagli agenti della polizia locale di Varese che sono riusciti a identificare il modello dell’auto che ha ucciso Giada, una Kia Rio bianca, ricostruendo pezzo dopo pezzo il fanale rotto dall’impatto, i cui frammenti sono stati raccolti dagli agenti intervenuti. Grazie a questo lavoro gli inquirenti hanno capito quale auto cercare nei filmati registrati dalle telecamere di videosorveglianza.
Il modello dell’auto è stato diffuso ovunque e un carrozziere di Sesto Calende si è insospettito: giovedì un giovane si era presentato con una Kia Rio bianca da riparare con danni al fanale anteriore sinistro e al parabrezza. «Ha detto di aver investito un cinghiale», sottolineano i familiari e gli amici di Giada dubbiosi sull’assoluta sincerità del pentimento. «Certo sarà disperato, non lo mettiamo in dubbio. Ma non si è mai voluto costituire stando ai fatti: l’hanno
arrestato mentre andava normalmente al lavoro. Non mentre era diretto dai carabinieri». C’è un fatto che pesa e che chi è vicino alla famiglia Molinari non riesce a superare. «La mattina dopo l’incidente, tutti i giornali d’Italia davano la notizia della morte di Giada – spiega Mirko Ragioni, conoscente dei familiari – non poteva non sapere di averla uccisa. E mentre Stefania (la mamma di Giada) dagli stessi giornali a lui si rivolgeva chiedendogli di avere la dignità di costituirsi, lui era dal carrozziere che con una scusa cercava di cancellare le tracce di ciò che aveva fatto. Nessuno qui vuole sostituirsi a un tribunale, ma il pentimento dopo l’arresto appare quanto meno tardivo. Non voglio parlare di sincerità o meno». Ci sarebbe tra l’altro un’immagine registrata da una telecamera in centro a Varese che mostra un’utilitaria chiara con accanto una persona che si porta le mani alla testa, quasi sia in preda alla disperazione e alla paura. Le immagini non sono chiare: resta il dubbio che si tratti però di Jeanne.
Mentre gli inquirenti indagano ancora – si cerca di capire ad esempio se Jeanne fosse al cellulare al momento dell’incidente – per la famiglia Molinaro oggi è il giorno del silenzio. Una famiglia che si è dimostrata eccezionale in mezzo ad un dolore insopportabile. Mai sopra le righe, sempre e solo alla ricerca della verità e della giustizia per Giada. Oggi, dunque, ogni giudizio sull’accaduto è sospeso. Oggi è il giorno dell’addio a Giada, bellissima e piena di sogni.
Alle 15:30 di oggi saranno infatti officiati nella basilica di San Vittore i funerali della ragazza. Nel silenzio che deve lasciare spazio soltanto al dolore e al ricordo della giovane vittima e all’affetto di un’intera città verso i suoi familiari. Il profilo Facebook di Giada è stato mutato, si legge oggi “In memoria di Giada Molinaro”, e trabocca d’affetto. Quello di Flavio Jeanne è stato invece chiuso. Spariti tutti i selfie sotto i quali sono comparsi a decine messaggi carichi d’odio.