“E’ la prima volta al mondo che si effettua un intervento di asportazione Robotica della Prostata per un Tumore e allo stesso tempo si impianta una protesi peniena infrapubica per garantire al paziente una qualità di vita sessuale dopo prostatectomia radicale”, riferisce su www.asst-settelaghi.it il Prof. Federico Dehò, Direttore dell’Urologia varesina.
È avvenuto lo scorso 1° marzo nelle sale operatorie dell’Ospedale di Circolo di Varese. Ad effettuare l’ intervento il Direttore dell’ Urologia, il Prof. Federico Dehò, appunto, con gli urologi Paolo Capogrosso e Gabriele Antonini. Il paziente è stato dimesso in ottime condizioni fisiche.
“Il Tumore alla prostata – spiega Dehò – rappresenta la prima malattia oncologica dell’uomo. Grazie allo screening e alla tecnologia a nostra disposizione, siamo in grado di definire una diagnosi sempre più precoce e curare questa morbosa patologia con ottimi risultati. La possibilità di effettuare un intervento di chirurgia robotica ci permette di tutelare e risparmiare il più possibile le strutture anatomiche. Purtroppo, però, quando, per ragioni oncologiche, non si possono risparmiare i nervi, la funzione erettile può essere compromessa. Proprio per questo motivo abbiamo ideato un protocollo per pazienti selezionati con una malattia di alto grado o con deficit erettile preesistente che permette di associare la procedura robotica all’impianto della protesi”.
“Questa chirurgia protesica non è compresa nei LEA, i Livelli essenziali di Assistenza – spiega Dehò – ASST Sette Laghi è uno dei pochi centri in Italia ad essere stato autorizzato a procedere con l’impianto di protesi peniene su un limitato gruppo di pazienti selezionati per la particolarità del loro caso clinico. È altrettanto importante precisare che, nella maggior parte dei casi, gli interventi di prostatectomia non comportano impotenza. Questo avviene solo nei casi in cui la rimozione del tumore alla prostata non consente di risparmiare i nervi”.