Per Stefano Zanini sarà un Giro strano, speciale, difficile da impattare e anche da dimenticare. Per l’Astana, squadra di cui faceva parte Michele Scarponi e di cui Stefano Zanini è direttore sportivo, sono state settimane terribili. Ora però c’è il Giro, perché la vita va avanti ed il ciclismo anche: senza due capitani, perché neanche Fabio Aru sarà in corsa per un problema al ginocchio, la squadra kazaka cercherà di onorare al meglio la corsa rosa, come ha sempre fatto nelle edizioni precedenti.
L’umore non è dei migliori, inevitabilmente: «Bisogna andare avanti anche se non è facile – ammette Zanini – perché la morte di Michele è ancora fresca ed è difficile da credere ancora. Vivremo questo Giro alla giornata, cercando di prendere le occasioni al volo quando si presenteranno: credo sia questo il modo migliore per affrontare questo Giro».
Non sarà in gruppo Fabio Aru, che però ha deciso di presentarsi alla partenza di Alghero, nella sua Sardegna, per stare vicino ai compagni: «Sì, Fabio è venuto ad appoggiare i suoi compagni di squadra, perché avevano lavorato insieme a questo obiettivo. Ma è venuto anche a salutare la sua gente, e questo è molto bello. Lui è vicino alla squadra ed il fatto che sia qui lo dimostra. Ci teneva molto, poi la caduta è un episodio che nel nostro sport può capitare, ma c’è anche di peggio».
La scelta dell’Astana è quella di correre con otto atleti e non con nove, per ricordare Scarponi: il suo dorsale, il numero 21, non verrà indossato da nessuno. Una decisione che Zanini ci racconta così: «Non ricordo da chi sia nata, forse da Martinelli, forse da Vinokourov. Credo fosse il minimo che potessimo fare per ricordare Michele, perché in questo Giro sarebbe stato lui il capitano della squadra. Ci sembra giusto onorare così il suo nome, la squadra in primis ha condiviso pienamente questa scelta, ed è importante».
Dal punto di vista tecnico, sarà un bel Giro, parola di Zanini: «Hanno disegnato un bel percorso, molto aperto. Ci sono diverse tappe adatte alle fughe, ed altre tappe durissime. C’è qualcosina, proprio qualcosina, per i velocisti. Nel complesso, è un bel Giro».
Al seguito della corsa rosa ci sarà anche Ivan Basso, che dopo aver accompagnato Rosario Fiorello in una puntata di Edicola Fiore, è volato ad Alghero per la presentazione delle squadre e per la partenza di oggi. Ivan seguirà la Trek-Segafredo, di cui fa parte anche un altro varesino, Eugenio Alafaci, che sarà in gruppo per il quarto anno consecutivo. Basso, che ormai tra l’aver corso ed i successivi ruoli dirigenziali è un decano del Giro,
ci spiega così quale sarà il suo compito: «Non vivrò la corsa dall’ammiraglia ma avrò un ruolo interno al gruppo: faccio parte del direttivo tecnico, sarò un consulente interno dei direttori sportivi nella parte strategica, ma non sarò in macchina durante le tappe. Vivrò comunque le tre settimane all’interno della squadra, a contatto con i corridori. Nei momenti in cui non sarò direttamente con loro, sarò insieme agli sponsor, ad esempio quando ci raggiungerà al Giro il presidente di Segafredo-Zanetti».
La ambizioni della Trek, oltre a cercare gloria in volata con Giacomo Nizzolo, deciso a confermarsi per il terzo anno consecutivo come leader della classifica a punti, saranno quelle di fare una grande classifica generale con l’olandese Bauke Mollema, l’anno scorso in luce al Tour de France: «Sarà un Giro super combattuto, non può che essere così nel Giro del centenario. Noi cercheremo di far bene con la nostra Trek, e senza voler esagerare mi aspetto Bauke Mollema sul podio di Milano».