Questione di percentuali. Percentuali di vittoria, percentuali di tiro.
Le prime sono un azzardo di chi ama predire il futuro o di chi, come Attilio Caja, a domanda deve rispondere. Le seconde, basse, sono una realtà con cui Varese convive e che punta a modificare: ne va del suo futuro. A partire da quello immediato che ha un nome e un cognome: Victoria Libertas Pesaro.
«Una squadra che mi ha fatto una buona impressione, indipendentemente dalla classifica che ha in questo momento – spiega Attilio Caja nella classica conferenza stampa del venerdì – Ha vinto solo due partite? In quelle che ha perso, Capo d’Orlando a parte, è sempre stata in partita. E poi ha dei giocatori estremamente interessanti. Non conoscevo l’argentino Bertone e l’ho studiato: sa giocare bene a pallacanestro, sa passare la palla e trovare gli uomini al posto giusto e al momento giusto. Interessante è anche Mika, lungo solido e concreto, con buoni movimenti e buona mano: non è appariscente ma è molto concreto»
L’analisi del roster marchigiano continua: «Moore (il play, leader tecnico della squadra ndr) e Omogbo (il centro ndr) sono due altri giocatori non banali: il secondo ha dalle caratteristiche atletiche predominanti e ottiene sempre alte valutazioni grazie ai rimbalzi e ai recuperi; il primo, quando Pesaro ha vinto è stato determinante, ha ottime qualità in uno contro uno ed è un buon realizzatore. Poi c’è l’ultimo arrivato, Kuksiks, che qui conoscete benissimo: grande percentuali da tre punti e giocatore che può essere molto pericoloso all’esordio».
Un quintetto valido, una panchina fatta di italiani con fame nei polsi e nelle gambe: «Hanno Ceron, che su di lui a livello giovanile ha sempre avuto addosso grandi aspettative e che ha un talento offensivo notevole. Penso che finora gli sia mancata solo la continuità. Poi Monaldi, che ho allenato nella Nazionale Sperimentale: gran tiro e faccia tosta nel prendersi responsabilità. Infine Ancellotti, che viene da stagioni positive. Tutti loro sanno di giocarsi delle grosse chance in questa annata»
La morale quindi è: attenzione a Pesaro, come sempre. Pesaro che però non è paragonabile – per livello, per valenza – alla maggior parte delle squadre fin qui incontrate: «La frase corretta in questi casi è una: partita dal pronostico non è chiuso – argomenta l’Artiglio – Se giochi contro l’Armani hai 10 possibilità su 100, contro Avellino ne hai 20 o 30, contro Pesaro ne hai 50. Cinquanta sono poche o sono tante, però?Non si può dire: sono 50, esattamente la metà, quindi non c’è né la certezza di vincere, né quella di perdere. E poi guardate che nelle Marche staranno facendo i nostri stessi discorsi: “Se non vinciamo contro Varese in casa, quando vinciamo?” La verità è che può accadere di tutto e molto dipenderà dalla giornata e dagli episodi».
La Openjobmetis viene dall’amichevole giocata in settimana a Gallarate contro Cremona. Nonostante la sconfitta di 2 punti, ripensando alla gara Caja ne ricava considerazioni sia positive che molto lucide su quello che al momento è il vero problema della sua squadra: «Secondo me abbiamo interpretato il match nel modo corretto e mi hanno confortato le dichiarazioni di Meo Sacchetti a fine partita. Ha detto che loro non avevano mai giocato così bene in amichevole quest’anno: se è così, per la proprietà transitiva non è stato malaccio aver perso solo di due punti. La verità è che abbiamo creato delle buone situazioni di gioco, ma le percentuali di tiro sono state basse: i tiri sono sempre buoni, ma sembrano tali solo quando entrano».
Ecco il punto: «E’ questo l’aspetto che vorrei andasse meglio. Finora abbiamo fatto 8 partite ufficiali e 12 amichevoli: la difesa non ci ha mai lasciato a piedi, l’attacco a volte sì, e per attacco intendo proprio le percentuali. Come migliorarle? I miei sono buoni tiratori, ma con onestà nessuno di loro è eccellente, alla stregua di un Johnson. I fattori in gioco sono tanti: fisici, emotivi, dipendenti dagli avversari, dal giocare in casa o in trasferta o dal momento della stagione che si sta attraversando. Noi andremo sempre incontro sia a periodi positivi che negativi, ma sono sicuro che certe situazioni miglioreranno. Tambone e Avramovic tirano rispettivamente con il 6,3% e il 5,6% da tre punti: ok, non sono ottimi tiratori, ma non sono nemmeno così scarsi. E scommetto che non finiranno il campionato tirando sempre così male».