Pesce per battere il colesterolo Ma evitare aragoste e gamberi

Sì agli scampi, no alle aragoste, il calamaro è il peggio di tutti, meglio la seppia. Sono i consigli dei medici e dei dietisti della Società Italiana per lo Studio dell’Arteriosclerosi (Sisa), in vista delle vacanze al mare, con relative scorpacciate di pesce.
“È noto – afferma Andrea Mezzetti, presidente Sisa – che per contenere i livelli di colesterolo bisogna scegliere alimenti ricchi di fibre, come frutta e verdura e preferire il pesce alla carne. Non tutti sanno, invece, che i maggiori ‘nemicì della nostra tavola sono le aragoste ed i gamberi, cibi con contenuto di colesterolo molto elevato, mentre i loro “cugini”, gli astici e gli scampi, sono meno dannosi”.

Ma il record di concentrato di colesterolo appartiene ai calamari, rispetto ai quali è meglio preferire le seppie che ne contengono meno della metà. E anche tra cozze e vongole è facile scegliere: le seconde sono molto meno dannose. Tra i pesci, infine, sono più grassi e ad elevato contenuto di colesterolo quelli di fondo, come la cernia, rispetto ad esempio al dentice, tra i più salutari.

Ecco quanto colesterolo hanno alcuni tipi di pesce: aragosta 164 mg per 100 grammi; astice 95 mg per 100 grammi; gamberi 150; scampi 95; cernia 70; dentice 37; cozze 108; vongole 67; calamaro 222; seppia 110.

u.montin

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