VARESE Il pesce siluro finisce in tavola. Considerato un predatore vorace e prolifico, che mette a rischio l’equilibrio ittico dei nostri laghi, potrebbe diventare uno strumento di sviluppo del territorio. Nei suoi paesi d’origine (Europa dell’Est) il pesce siluro è considerato una vera leccornia. I pesci catturati nel corso delle pescate di contenimento nei nostri Laghi, potrebbero già ora finire sulle tavole dei numerosi immigrati presenti nel nostro territorio e in prospettiva, conquistare anche la nostra cucina.
L’idea di «inventarsi» una filiera che porti i siluri sul mercato è nata nell’ambito del progetto Interreg «Valorizzazione dei prodotti ittici lacustri», di cui la Provincia di Como è soggetto capofila. «Stiamo cercando di capire se i mercati ittici lombardi sono interessati a proporre questo genere di prodotto – afferma Ivano Polledrotti, assessore alla Pesca della provincia di Como -, perché pensiamo che anche i pesci di basso pregio rappresentino un’interessante risorsa alimentare, che non deve assolutamente andare sprecata».
I modi in cui cucinare il pesce siluro sono moltissimi. Cercando in internet si trovano gustose ricette (www.grupposiluro.it). Dal filetto brasato al vino, alle scaloppine, fino al sugo per le tagliatelle con siluro e porro. Si può cucinare alla griglia o stufato e si sposa bene con molti sapori: il curry, i carciofi, i funghi e persino con gli agrumi.
In questo modo non andrebbero sprecato tutto il pescato all’interno del programma di contenimento del pesce Siluro nei nostri laghi. A distanza di due anni dall’inizio del progetto di creazione di un network di gestione e controllo del pesce siluro e di altre specie invasive, il primo bilancio in corso d’opera parla di un totale di 5 mila 560 chili di siluro prelevati in 4 siti (lago di Varese, palude Brabbia, lago di Comabbio e fiume Ticino). Esemplari che ora sono in fase di analisi e catalogazione da parte dell’azienda specializzata Graia srl, «al fine – spiega l’assessore provinciale alla Tutela faunistica, Bruno Specchiarelli – di stabilire una serie di parametri che da qui alla fine del progetto, ci indichino l’entità complessiva della presenza e l’impatto predatorio, cioè quanto questa specie pesa nell’ecosistema di quelle zone».
La presenza del siluro nelle acque del lago di Varese ha ricadute dirette anche nell’economia della pesca professionale, gestita da una cooperativa attiva da oltre un secolo. «Da noi – continua Specchiarelli – questo predatore provoca danni seri sia a causa della sua voracità ma anche per i danneggiamenti alle reti: l’ultimo esemplare catturato misurava 1 metro e 90 di lunghezza per 65 chili di peso».
Una prima misura già attivata per contrastare il proliferare del siluro è il ripopolamento di specie native che contrastino naturalmente la specie, come il luccio, anch’esso ai vertici della catena alimentare e gran predatore. «Abbiamo già una buona quantità di avannotti in incubatoio, di media caratura affinché abbiamo una dimensione sufficiente a non farsi sopraffare dal siluro, e una parte è già stata rilasciata».
Valentina Fumagalli
e.marletta
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