– Sono più di cinquecento i no avanzati dai cittadino contro l’arrivo dei profughi alla ex caserma “Luigi Moi” di Ponte Tresa. La raccolta firme, organizzata domenica mattina dal Comitato Civico sta riscuotendo largo consenso. Nelle ore successive alla mattinata domenicale i fogli per le firme sono stati minuziosamente distribuiti ai tresiani impossibilitati a recarsi nello spazio di raccolta firme allestito davanti al cimitero.
Qui, in sole due ore, quattrocento residenti avevano firmato per dire no ai profughi a Ponte Tresa, forse non il paese giusto per un’accoglienza di questo tipo. In questi giorni i fogli distribuiti, ad esempio al centro anziani locale o alle famiglie via per le ferie, stanno rientrando e nella sola giornata di lunedì un’altra ondata di firme è arrivata facendo superare quota cinquecento. E il numero sembra destinato a salire.
«Un segnale forte per un argomento delicato» commenta , l’organizzatore e promotore dell’iniziativa. Il comitato ha anche una pagina Facebook, “Forse Ponte Tresa non è il posto giusto”, aperta da poco e ogni ora sommersa dalla preoccupazione dei cittadini con richieste di firmare la petizione.
Il problema profughi – sono attesi circa 50 migranti, probabilmente uomini tra i 30 e 40 anni che saranno ospitati nella ex caserma in centro al paese – sta sollevando paure e incertezze bipartisan da quando, un mese fa, la notizia è stata comunicata dal sindaco in consiglio comunale, facendo rapidamente il giro del paese.
Una direttiva imposta dalla Prefettura all’amministrazione locale che subito ha scatenato la reazione della cittadinanza intimorita per questa accoglienza in una zona residenziale tra scuola e palestra comunale. Non c’è ancora certezza sul numero e sul tipo di ospitati, per ora l’unica informazione ufficiale è la loro data di arrivo: metà settembre. Prevista a breve anche la discesa in campo dell’associazione culturale di centro destra Orizzonte Ideale, pronta a una manifestazione di protesta.
Guarneri commenta: «Assoceremo
le iniziative del Comitato a quelle già previste da questo gruppo formato da persone responsabili, moderate e serie che hanno una conoscenza del problema sotto diversi punti di vista». L’associazione culturale annovera infatti tra le sue fila esponenti politici e amministratori varesini. Prosegue il rappresentate del comitato: «Ma questo dopo aver spinto con altre nostre iniziative. Intanto per venerdì è organizzato un volantinaggio lungo la dogana che anticiperà una seconda raccolta firme –termina- Ci piacerebbe incontrare il Prefetto e, magari, chiedergli se vuole parlare con la cittadinanza preoccupata».