Petizione anti-profughi La gente firma in piazza

Comitato e Orizzonte Ideale contro l’arrivo degli asilanti in caserma: «Scelta sbagliata, il prefetto ci ripensi. Sta ai cittadini convincerlo»

– Ieri è stato il secondo giorno di firme a Lavena Ponte Tresa per dire no ai profughi destinati alla caserma Moi. Alla petizione organizzata come domenica scorsa dal Comitato civico si è aggiunta Orizzonte Ideale, l’associazione politico-culturale di centrodestra alla quale fanno riferimento diversi rappresentanti istituzionali del territorio valceresino.

Il banchetto per le firme è stato allestito in piazza del mercato. Nel giro di pochi minuti i primi passanti si sono avvicinati incuriositi e hanno provato a chiedere.
Per metà settembre è previsto l’arrivo di circa 50 profughi che saranno ospitati nella ex struttura militare. Una decisone comunicata dal prefetto all’amministrazione: i tresiani hanno da subito dimostrato diffidenza e preoccupazione. Anche minoranza e maggioranza – con fondamentali differenze – hanno espresso timori.
Orizzonte Ideale e il comitato hanno organizzato un volantinaggio in piazza e verso la dogana.

Le posizioni delle due identità è un no unito ai profughi qui.
Per Orizzonte Ideale la scelta è sbagliata nel merito: una caserma abbandonata e vicina alla frontiera, al lago, alla palestra e alle scuole, senza nessuna concreta garanzia sia di sorveglianza sia sul numero di persone ospitate non è la struttura giusta. Orizzonte Ideale chiede al sindaco di convincere la prefettura a cambiare idea, di dialogare con le autorità ticinesi affinché la situazione non si ripercuota sui controlli doganali e quindi sui frontalieri; in oltre vuole un presidio fisso delle forze dell’ordine se i profughi dovessero arrivare e, soprattutto, maggior attenzione al sociale: la caserma potrebbe benissimo essere usata per attività destinate ai cittadini.

«Spero che il prefetto tenga conto delle firme che il comitato sta accumulando proprio adesso – dice , responsabile organizzativo di Orizzonte Ideale – e che valuti di rivolgersi ai privati».
Nel frattempo il restauro per l’accoglienza non è ancora iniziato e l’arrivo dei profughi forse sarà posticipato ad ottobre. «La decisione di accogliere qui i profughi – prosegue Mulas – ha incontrato un primo ostacolo in Comunità montana, dove non si è trovata l’unione tra i sindaci. Tra le nostre fila possiamo contare diversi amministratori locali, abbiamo conoscenza specifica del tema e abbiamo preferito appoggiare il comitato non imponendoci: devono essere i tresiani a muoversi contro questa scelta».
Il comitato è in piena attività: ieri in paese c’erano le telecamere di Rete4 e il prossimo appuntamento è fissato per martedì prossimo, quando il sindaco incontrerà il prefetto. «Prima di allora – dice , l’organizzatore della petizione – ci piacerebbe che il sindaco visionasse tutte le firme che abbiamo raccolto».