«Sarebbe una grandissima cosa. Noi ci siamo eccome, eccome che ci siamo». Così Gennaro Brunetti, in arte Magik, insegnante di parkour per la Uisp, commenta l’idea di trasformare provvisoriamente piazza Repubblica in uno spazio sportivo dove fare evoluzioni, salti e le più coreografiche e spettacolari acrobazie.
Il parkour è una disciplina acrobatica nata in Francia, nelle periferie di Parigi, alla fine degli anni ’80, ma arrivata in Italia solo dopo il 2000 grazie ai filmati caricati su you-tube e alla voglia di alcuni ragazzi di copiare i “cugini” francesi. Chi pratica questo sport in Italia viene chiamato “tracciatore”.
Il parkour ha anche una finalità sociale: la filosofia che sta dietro a questa disciplina è il riappropriarsi della città, trovando un modo nuovo di interpretarne gli spazi e di muoversi.
Il parkour trasforma la periferia urbana in un vero e proprio teatro a cielo aperto. Per chi pratica il parkour, infatti, ogni ostacolo e barriera architettonica è una piccola rampa di volo e di atterraggio.
«Noi già ci alleniamo in piazza Repubblica – dice Magik – Quella piazza è un luogo che sentiamo nostro, tanto che ogni tanto prendiamo persino del cemento per mettere a posto i buchi nella pavimentazione. Sarebbe bello riuscire a creare una vera e propria parkour-area dove incontrarci tra di noi e sperimentare nuove evoluzioni».
In alcune città europee esistono campi di parkour. In pratica, si tratterebbe di installare sbarre tubolari, impalcature e strutture mobili sui gradoni della piazza.
Attrezzature a basso costo (talvolta anche di recupero) che i ragazzi potrebbero montare di persona, abbattendo i costi della manodopera. I fondi da mettere nell’impresa, infatti, non sarebbero molti. «Siamo tutti studenti universitari e liceali e non abbiamo grandi disponibilità economiche – chiarisce Brunetti, che ha 25 anni e studia educazione fisica all’università – Ma abbiamo tanta voglia di fare e siamo abituati a costruire da noi le nostre palestre».
Il parkour ama l’aria aperta. I “tracciatori” varesini sono sei anni che, tutti i weekend, si allenano in piazza Repubblica. Lo zoccolo duro è formato da nove ragazzi “anziani”. E poi c’è un gruppo più fitto di giovani che ogni anno diventa più corposo e che adesso dovrebbe superare la quarantina di unità.
«Se piazza Repubblica diventasse davvero una piazza sportiva, anche solo per un periodo limitato, inferiore ai due anni, noi ci saremmo» conclude Brunetti.
«Ci piace molto l’idea di portare una ventata di aria nuova in quella piazza sfortunata. Per il resto, poi, non resta che organizzarsi per tempo con orari e persone. E chissà mai che un evento del genere possa anche essere utile per far conoscere ad altri ragazzi la nostra attività e diffondere il parkour».
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