Picchia e deruba la compagna: condannato a due anni e sei mesi in primo grado. Alla donna, assistita dall’avvocato Jacopo Maioli, un risarcimento pari a 90mila euro. Il giudice ha accolto in toto la tesi accusatoria del pubblico ministero Sabrina Ditaranto: la vittima, dal dicembre 2009, ha vissuto un incubo. Lui, 42 anni, di Cadegliano, e lei, di un paio d’anni più giovane, erano conviventi. Insieme gestivano un locale, o meglio lei lavorava e lui, stando all’accusa,
picchiava. Senza avere difetto di fantasia. Come quando, di ritorno da una visita alla figlia della donna, lui, in uno scatto d’ira l’ha lasciata per strada gridando: «Adesso batti qui». Era dicembre e c’era la neve. Oppure come nell’occasione in cui il 42enne ha frustato la compagna con i guinzagli dei cani. E nella galleria da incubo ci sono altri episodi. La donna denudata, alla quale il compagno ordina di avere delle effusioni sessuali sempre con i cani: al rifiuto di lei lui le spruzza del solvente da casa sul volto invocando «la tortura» e poi trascinandola, sempre seminuda, nel ghiaccio. Di tutti questi episodi esistono i referti medici. Come esistono prove del fatto che l’uomo ha rubato alla compagna 9mila euro, oltre ai mezzi di trasporto in uso al locale che la vittima gestiva. Nessun dubbio per il giudice, che ha inflitto una condanna pesante per maltrattamenti. L’imputato è pronto a ricorrere in appello.
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