Padre padrone picchia e minaccia la figlia per costringerla a subire un matrimonio combinato: la ragazza salvata dagli agenti delle volanti della Polizia.
L’uomo, 51 anni, originario delle Mauritius, ha inseguito la ragazza con un coltello, pronto a colpirla: lei è fuggita sulla strada. E lì, per fortuna, ha trovato i poliziotti impegnati nel calmare un litigio molto più blando.
Lei ha 21 anni, è nata in Italia ed è occidentale al 100%. Studia, porta jeans e canotte e il fidanzato intende sceglierselo da sola. Anzi, lo ha già fatto: un coetaneo, anche lui originario di Mauritius, che vive a Parigi.
E l’altra sera, in occasione dell’epilogo di una brutta storia familiare, la ragazza era in camera sua che parlava al cellulare proprio con lui. Il padre l’ha scoperta, ha fatto irruzione nella stanza, ha strappato il telefono alla ragazza frantumandolo a terra. Poi ha colpito la figlia con una sedia. Due volte: la prima al torace, la seconda a una gamba. Per fortuna la giovane è riuscita a fuggire.
Il padre l’ha inseguita con un coltello in pugno. A salvarla è stata la mamma, che mai ha potuto dire la sua al marito padrone sul futuro della ragazza, ma che finalmente ha dimostrato con i fatti come la pensava. Lo ha dimostrando aprendo la porta di casa alla ragazza e liberandole la via di fuga.
Arrivata in strada, ferita, scalza e in lacrime, la 21enne si è trovata davanti i poliziotti, che provvidenzialmente si trovavano lì: «Aiutatemi, mio padre vuole ammazzarmi».
Gli agenti non hanno perso un secondo: mentre alcuni accompagnavano la ragazza in ospedale (il padre questa volta le ha causato lesioni guaribili in dieci giorni), altri poliziotti raggiungevano l’appartamento. Preoccupati che l’uomo sfogasse la sua ira, magari a coltellate, sulla moglie.
Il 51enne è stato bloccato e la verità è venuta a galla. La ragazza ha raccontato tutto: il matrimonio combinato al quale il genitore la voleva costringere contro la sua volontà, le botte. E così ha fatto la madre, picchiata a sua volta. E per l’uomo sono scattate le manette con l’accusa di maltrattamenti in famiglia.n S. Car.
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