Si sono drammaticamente spente poco dopo essersi riaccese le speranze di trovare ancora in vita Pierluigi Macchi, l’escursionista di 68 anni di cui non si avevano più notizie dalla Vigilia di Natale. Nella mattinata di ieri era stata ritrovata la sua auto nel Comune di San Bartolomeo Val Cavargna e a quel punto erano potute partire a tutti gli effetti le ricerche da parte dei soccorritori. Ricerche che, purtroppo, hanno portato in serata alla conferma della peggiore delle ipotesi possibili.
Dal giorno di Natale si cercava senza sosta Pierluigi Macchi, il cassanese uscito il 24 dicembre per una passeggiata in montagna e mai più rientrato. A dare l’allarme era stato il figlio Andrea, che il giorno di Natale aveva più volte cercato di contattare il padre sul cellulare. Il telefono, però, aveva continuato a suonare a vuoto fino, evidentemente, a scaricarsi del tutto e risultare non più raggiungibile.
L’ipotesi che gli fosse accaduto qualcosa durante una delle sue passeggiate è stata fin da subito la più accreditata, ma nessuno sapeva di preciso dove si fosse diretto quel giorno.
Amante della montagna e membro del Cai di Gorla Minore, Macchi era solito uscire in escursione da solo. L ’ultima cella agganciata dal suo telefono è stata quella di Mandello del Lario e da lì i soccorritori avevano focalizzato le ricerche, senza però potersi mobilitare in una zona precisa dato che Macchi avrebbe realmente potuto essere ovunque in un territorio molto vasto. La zona coperta dalla cellula telefonica, infatti, copre un’area distesa su una trentina di chilometri: un territorio “cuscinetto” tra le province di Como, Lecco e addirittura Sondrio.
La speranza era dunque quella di ritrovare l’auto di Macchi, in modo da poter circoscrivere le ricerche. Finalmente ieri mattina la Yaris grigia di Macchi è stata individuata, parcheggiata sulla strada che conduce al rifugio Croce di Campo, nel territorio di San Bartolomeo Val Cavargna. Un nuovo impulso alle ricerche è quindi stato dato dalla Protezione Civile e dal soccorso alpino lariano che per tutta la giornata di ieri hanno concentrato le ricerche nei sentieri circostanti.
In serata poi il ritrovamento. Il corpo di Pierluigi Macchi si trovava senza vita in un canale. «Dev’essere caduto mentre si trovava sul sentiero mezza costa – spiega il figlio Andrea – È stato ritrovato in un canale e i carabinieri di San Bartolomeo mi hanno detto che ha una ferita alla testa e quindi deve aver sbattuto violentemente nell’impatto e che ha anche diverse fratture».
Non è ancora chiaro cosa possa aver tradito l’escursionista esperto e provocarne la caduta. Il sentiero che conduce al Rifugio Croce di Campo, tra l’altro, è considerato “privo di pericoli”. Sorge in una posizione di eccezionale bellezza paesaggistica con panorami che si aprono vastissimi sui laghi lombardi e sulla catena alpina. Pierluigi Macchi tra l’altro conosceva molto bene quella zona.
Forse un malore lo ha colto all’improvviso, portandolo via per sempre tra le sue amatissime montagne.