VEDANO OLONA Adesso la domanda è: che ci facevano a Vedano Olona? E poi, ancora: che ci volevano fare con quei cinque proiettili calibro 12 (roba grossa, roba da fucili Winchester e Remington) tenuti insieme da nastro isolante nero e conservati nel cruscotto dell’automobile, come fossero mentine? E con quella Beretta modello 34 calibro 9 con la matricola arrugginita e abrasa?
I tre interrogati, finora, non hanno aperto bocca: si sono trincerati dietro un muro invalicabile di omertà.
Si trovano nel carcere dei Miogni, a Varese. Si tratta di Salvatore Corrias, 42 anni; Giuseppe Innocenti, 40 anni; e Fabrizio Pau, 33 anni. Hanno tutti già avuto guai con la giustizia per reati legati all’utilizzo di armi. Abitano in Sardegna, in provincia di Nuoro. Ma da circa due settimane bazzicavano Vedano Olona: la loro base era un appartamento in piazza San Rocco, di proprietà di un varesino che a sua volta l’aveva affittata a un tradatese. Proprio quest’ultimo sembra essere il trait-d’union fra Vedano e la Sardegna: il tradatese, infatti, risiede abitualmente a Olbia.
Il terzetto è stato bloccato da due pattuglie della squadra volante alle 15 di martedì sulla statale 233. Era a bordo di un’Opel Insignia noleggiata da Corrias a Nuoro il 10 novembre scorso. La perquisizione della vettura ha rivelato la presenza, in un vano del cruscotto, dei proiettili calibro 12. Nell’auto c’era anche un mazzo di chiavi. Su una di queste, un cartellino: “appartamento in Vedano Olona”.
Di fronte all’ostinato silenzio dei sardi, i poliziotti non si sono sgomentati. Battuto palmo a palmo il paese, sono risaliti all’alloggio di piazza San Rocco. La perquisizione dei locali (abitati da qualche giorno, come testimoniavano anche i cartoni vuoti di pizza) ha permesso di ritrovare, nascosta in una scatola di scarpe su una mensola del disimpegno, la Beretta: era carica, pronta per sparare. Le condizioni dell’arma non sono ottimali: l’ipotesi è che, in precedenza, abbia passato molto tempo sepolta per terra. Ma gli armaioli della polizia giurano che è perfettamente funzionante. La matricola è abrasa, e ciò fa della Beretta un’arma clandestina: chi ne è in possesso è passibile dell’arresto in flagranza.
Adesso le indagini (in corso anche nel Nuorese) sono tese a capire le intenzioni dei tre sardi. Le pallottole incerottate, ad esempio, sembravano essere pronte per essere lasciate davanti a qualche negozio o ditta a scopo intimidatorio. Mentre le analisi sulla Beretta potrebbero rivelare storie interessanti sul passato della pistola.
b.melazzini
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