Pochi bebè, Prenatal si “stringe” E chi ne approfitta sono i cinesi

Il negozio Prénatal di via Cavour (quello dedicato all’abbigliamento della mamma in dolce attesa) è stato sostituito da un bazar cinese.

Un avvicendamento che è la fotografia di come vanno le cose nella nostra provincia. Da una parte i varesini fanno meno figli, dall’altra i cinesi investono sempre di più, aprendo nuove attività. Il valore aggiunto dei negozi asiatici è quello di avere vasto assortimento merceologico a basso costo.

A livello provinciale il trend delle attività gestite da cinesi è positivo. Lo dimostrano i dati diffusi dall’ufficio studi della Camera di Commercio di Varese.

Nel 2011 i negozi gestiti da cinesi nella provincia erano 125. Nel 2012 sono diventati 127. Nel 2013, 129. Nel secondo trimestre del 2014 siamo già a quota 131. A questo numero vanno aggiunti i pubblici esercizi, le sartorie e i centri estetici.

Ma il numero dei negozi al dettaglio è già di per sé indicativo per capire la tendenza del mercato e l’espansione delle attività asiatiche.

Di contro i neonati sono sempre meno: dal primo gennaio al 31 agosto 2013, nel Comune di Varese, sono nati 425 bambini residenti; quest’anno si registra una leggera flessione, con 389 nati (sempre residenti).

Il nuovo bazar con gli occhi a mandorla di via Cavour sarà inaugurato sabato prossimo. Attraverso la vetrina si possono già vedere i più classici articoli cinesi, come il “maneki neko”, il gatto portafortuna, i foulard colorati e la bigiotteria.

Non mancherà l’abbigliamento, che costituisce la categoria merceologica che fa la parte del leone tra i negozi aperti da imprenditori cinesi.

Su 131 attività commerciali, la maggior parte (64) sono attività ambulanti specializzate nella vendita di calzature e vestiti. Poi segue l’abbigliamento, con 23 negozi.

Accanto al bazar resta lo storico Prénatal specializzato in articoli per l’infanzia, che dal mese di luglio al suo interno ha inserito anche una sezione dedicata alla mamma.

«Accorpare tutto in un negozio è stata una scelta funzionale a contenere i costi e a fornire più scelta ai clienti che trovano tutto quello di cui possono aver bisogno in un unico spazio commerciale, senza dover uscire e rientrare – spiega , responsabile del Prénatal – Io credo che i settori specializzati nell’infanzia vadano bene nonostante lo scorso anno sia stato nero per la natalità».

«Abbiamo molte clienti che negli ultimi mesi, nonostante la crisi, hanno avuto un secondo figlio, il che denota che si pensa positivo. Magari poi la scelta è stata presa perché il lavoro è venuto a mancare e si ha più tempo per dedicarsi totalmente alla famiglia, questo non lo so. Ma io penso che la crisi porti anche alla voglia di farsi qualche coccola in più, e poi i figli arrivano. Noi è vero che abbiamo chiuso uno dei due negozi in via Cavour, ma ne abbiamo aperto uno nuovo a Castronno. Quindi ci manteniamo in pari».

La negoziante fa anche un’altra riflessione: «Affianco a noi apre un nuovo bazar cinese, ma il negozio cinese con parrucchiere che c’era a pochi passi da qui ha chiuso. Quindi significa che anche i cinesi hanno un po’ di turnover, proprio come gli italiani».

Mentre a livello provinciale si nota un’escalation, in città il numero di negozi cinesi si mantiene pressoché stabile.

Quattordici nel 2011; 13 nel 2012, 12 nel 2012; 13 nel secondo trimestre del 2014.

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