Il risultato elettorale della Spagna è una botta per i partiti che continuano a essere chiamati tradizionali, ma che bisognerebbe chiamare sorpassati. Podemos soprattutto, ma anche Ciudadanos, dimostrano che la gente cerca ormai altri interlocutori, è stufa di un bipolarismo destra-sinistra che si dimostra improduttivo, sia che vinca la destra sia che vinca la sinistra. A me pare una replica di quanto avvenuto in Italia nel tempo recente, con l’affermazione dei grillini: allora fu emesso nei confronti della casta un verdetto simile a quello che arriva ora dalla Spagna. Magari ne terranno conto quelli che sono chiamati a votare domenica alle regionali.
Paolo di Benedetto
Podemos, sinistreggiante, non è una novità. Ciudadanos, destreggiante, sì. Sono espressioni del malcontento popolare, ma anche della voglia d’un governo diverso. Raccolgono voti di protesta e insieme di proposta. Trasversali, deideologizzati, moderni. Quelli che, a livello locale, confluiscono ormai da tempo nelle liste civiche. Ecco perché queste liste (questi movimenti) vanno assumendo un’importanza sempre maggiore, e i partiti che per comodità continuiamo a definire tradizionali cercano d’amicarsele e di stringere patti. A volte palesi, a volte segreti. Succederà anche alle amministrative che a Varese e a Busto Arsizio ci aspettano l’anno prossimo: largo allo spontaneismo della società civile al primo turno, apparentamenti pragmatici al secondo. Ma se i Podemos e Ciudadanos nostrani faranno breccia nel conformismo delle urne, influenzeranno qualunque alleanza cui dovessero partecipare. Non saranno solo portatori d’acqua: anche architetti del futuro acquedotto politico municipale.
Max Lodi