VEDANO OLONA Ancora la Lega Nord nel mirino dei vandali. Dopo l’episodio del fine settimana di Castronno, ora tocca a Vedano Olona. Qui è stata imbrattata nella notte a colpi di vernice l’abitazione di un militante leghista in via Roma. I vandali, evidentemente attratti da una bandiera con il Sole delle Alpi che sventola a qualche metro d’altezza sulla parete della palazzina, hanno pensato bene di verniciare il muro scrivendo la frase «Lega nun te regae più.
Politica no polenta» e la firma con il simbolo della falce e del martello.
Nel mirino è finita la stessa bandiera “sanzionata” tempo fa dagli agenti di polizia locale durante il periodo di campagna elettorale. Niente multe questa volta, ma danni alle pareti. Quello di Vedano è solo l’ultimo episodio in ordine di tempo rispetto a un fenomeno, quello della lotta ai simboli, che si sta diffondendo in tutta la provincia di Varese. Tra sabato e domenica, infatti, ignoti vandali hanno imbrattato con la vernice rossa e nera i due simboli padani che fanno capolino sull’architrave del ponte all’ingresso di Castronno. Il segretario provinciale del Carroccio, Stefano Candiani, aveva definito questa escalation come una «furia iconoclasta che sta prendendo sempre più piede». Nelle ultime ore gli fatti analoghi si sono ripetuti anche a Vedano Olona come ha riferito il segretario cittadino del Carroccio, Samantha Macchi: «Un militante della Lega Nord della sezione di Vedano Olona – dice l’esponente del Carroccio – è stato oggetto di un atto intimidatorio nella nottata appena trascorsa. I muri esterni dell’abitazione di un nostro militante sono stati imbrattati con scritte ingiuriose nei confronti del nostro movimento politico». Samantha Macchi ha espresso tutta la sua amarezza per quello che è accaduto: «Non siamo spaventati minimamente dal contenuto ilare delle scritte, tuttavia esprimiamo profonda amarezza per il danno materiale subito da un cittadino vedanese al quale va tutta la nostra solidarietà e un altrettanto profondo sdegno per la firma che chi ha compiuto il gesto ha voluto lasciare. Infatti quel simbolo raffigurante la falce e martello, in altre epoche cancellate comunque dalla storia, ha rappresentato l’idea dei lavoratori, mentre ora come in altre passate occasioni torna ad essere per qualcuno il simbolo di teppismo, violenza e prevaricazione».
Sulla vicenda è intervenuto anche l’ex sindaco Giovanni Barbesino. L’esponente dell’opposizione ha manifestato la propria solidarietà alla famiglia vittima del vergognoso episodio: «Condanno il gesto – spiega Barbesino – che purtroppo è il segnale della deriva che sta prendendo la lotta politica a livello nazionale sperando che la situazione non abbia delle ricadute anche sul piano locale. Questo conferma però che sull’uso dei simboli bisogna essere sempre molto prudenti».
b.melazzini
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