Varsavia, 26 mag. (Apcom-Nuova Europa) – Il generale Wojciech Jaruzelski decise di imporre la legge marziale in Polonia nel dicembre 1981 perchè l’Urss era davvero pronta a invadere il suo Paese. A oltre vent’anni da quel terribile dicembre – che fu poi l’inizio della fine del regime comunista in Polonia – Jaruzelski difende la ‘sua verità’ sulla legge marziale, confutando le teorie di chi sostiene oggi che il pericolo di un’invasione era fittizio e che lui si lasciò travolgere dagli eventi. La Polonia celebra il prossimo 4 giugno i 20 anni dalle prime elezioni libere.
“Fu una decisione sofferta e molto dolorosa ma presa con spirito di responsabilità alla luce della minaccia reali che venivano dall’Urss”, ha detto il generale in una lunga intervista rilasciata ad Apcom a Varsavia, nel suo studio-bunker.
“Ho avuto pressioni enormi da parte di Mosca, che in tutti in modi mi fece capire che se non fossimo stati in grado noi di mettere a posto le cose, l’avrebbero fatto loro. L’armata rossa – racconta Jaruzelski – era pronta ad intervenire, se la situazione con Solidarnosc e le proteste non fossero rientrate”.
“So che molte persone hanno sofferto a causa della legge marziali. Chiedo scusa, mi prendo tutta la responsabilità morale prima ancora che politica di quanto accaduto. Ma – conclude Jaruzelski – sono convinto che se non avessi preso quella decisione, non ci sarebbe stata nessuna tavola rotonda nel 1989. I tempi si sarebbero allungati e forse saremmo arrivati a quell’epilogo solo dopo diversi anni”.
Jan
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