«È per te questo bacio nel vento, te lo manderò lì con almeno altri cento, forse non sarà molto, la tua storia lo so, meritava più ascolto, e magari chissà, se io avessi saputo ti avrei dato un aiuto, ma che importa oramai. Ora che puoi prendere per la coda una cometa e girando per l’universo te ne vai, forse puoi raggiungere adesso la tua meta…solo che, non doveva andar così, solo che tutti ora siamo un po’ più soli qui…».
La dolce melodia di Eros Ramazzotti ha accompagnato in chiesa l’ultimo viaggio terreno di , il motociclista di 23 anni deceduto in un terribile incidente avvenuto settimana scorsa lungo la Provinciale 1 tra Cocquio Trevisago a Gemonio. Il giovane di Caronno Varesino è stato abbracciato da una comunità intera. Una chiesa troppo piccola, la parrocchiale di Caronno, ha accolto una folla enorme che ha inondato la piazza. C’era un paese intero, gli amici di sempre, gli amici motociclisti, la famiglia, i parenti e tantissima gente comune.
Il sorriso di Mauro che non c’è più ha commosso tutti. E commovente è stata ieri la cerimonia funebre. Un continuo applaudire, una incessante marea emotiva che ha invaso la chiesa e la piazza: le dolci notte di Eros hanno concluso il funerale, mentre all’esterno il rombo dei motori e la musica assordante ha accompagnato il feretro in piazza.
Un ultimo saluto con il suono di quei motori che Mauro amava. Le lacrime e il dolore sono state il frutto incontenibile di un’amarezza infinita. Il parroco di Caronno, don , ha provato a arginare un dolore implacabile: «L’incubo più terribile – dice il sacerdote – è sceso a devastare le nostre vite, quella di Mauro, dei suoi familiari e dei suoi amici. Un dolore grandissimo destinato a durare nel tempo. Siamo sconvolti davanti al mistero della morte, richiamati in un attimo alla realtà dei fatti».
Una realtà dei fatti terribile. che a Caronno nessuno riesce a sopportare: farsene una ragione, poi, è una missione impossibile. «Mauro – ricorda il sacerdote – era un buono, un giovane solare. Solare e introverso. Era assiduo e determinato nel suo lavoro. Era orgoglioso della sua famiglia, aveva i nipoti nel cuore, la fidanzata era il suo orizzonte. Aveva un legame molto forte con la moto, una passione che ha reso possibile la creazione di relazioni di amicizia. Le tante partenze e poi il non ritorno».
Il prete si è poi rivolto agli amici motociclisti che hanno accompagnato il feretro del giovane motociclista in corteo da casa alla chiesa: «Avete scortato Mauro – dice il parroco caronnese – manifestando il vostro affetto nei suoi confronti, portatelo con voi sulle due ruote, ne sarà contento. Quello che gli è successo serve forse a far capire quanto è preziosa la vita».
Pino Vaccaro
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