PORTO CERESIO Avrebbe incaricato due uomini di sparare al maresciallo dei carabinieri di Porto Ceresio, per vendicarsi dopo aver ricevuto tre multe per violazioni al codice della strada. E’ stato arrestato dai carabinieri per concorso in tentato omicidio un buttafuori di Porto Ceresio di 36 anni, Gianluca Salzano, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal gip del Tribunale di Varese Cristina Marzagalli al termine delle indagini coordinate dal pm Tiziano Masini.
L’uomo, che gestiva una società di security nei locali notturni della Svizzera e dell’alto Varesotto, è accusato di essere il mandante dell’attentato avvenuto il 26 e il 27 novembre del 2007. Due persone già note alla giustizia, Alan Capuano e Gianluca Dattilo, spararono per due sere di seguito tre colpi di pistola contro l’alloggio del maresciallo Salvatore Sambataro, all’interno della caserma di Porto Ceresio, mirando ad altezza d’uomo con l’intento di dare una lezione al militare.
Dalle indagini è emerso che i due esecutori, arrestati dopo l’episodio e già condannati per tentato omicidio, sarebbero coinvolti anche in sei rapine e furti d’auto commessi sul territorio della Valceresio fra il settembre e il dicembre del 2007. E, per questo, dovranno rispondere anche dei reati di rapina, tentato omicidio e sequestro di persona. «L’arresto mette la parola fine alle lunghe indagini condotte dopo l’episodio», spiega il pm Tiziano Masini.
Secondo le ricostruzioni degli investigatori Gianluca Salzano avrebbe deciso di vendicarsi del maresciallo proprio in seguito alle multe e a un provvedimento di firma emesso nei suoi confronti per alcuni reati pregressi. Avrebbe incaricato così Gianluca Dattilo, anche lui buttafuori, già noto alla giustizia e consumatore di cocaina, di sparare contro la caserma tre colpi di pistola, come il numero delle sanzioni ricevute. Dattilo ha coinvolto l’amico Alan Capuano, anche lui già noto alla giustizia ed esperto d’auto. Il giovane si sarebbe occupato di rubare la vettura utilizzata per l’attentato, e di guidarla mentre Dattilo sparava per dare una lezione al carabiniere. Una banda di balordi della zona, responsabili di rapine e altri episodi violenti e pronti a mettere a segno, per futili motivi, un atto intimidatorio che avrebbe potuto costare la vita al maresciallo. Due proiettili, infatti, hanno mandato in frantumi il vetro dell’abitazione rischiando di colpire i familiari del carabiniere, mentre gli altri si sono conficcati nel muro della caserma.
L’arresto di Gianluca Salzano è il risultato di lunghe indagini condotte dai carabinieri del Nucleo operativo e della compagnia di Luino dopo l’attentato, attraverso accertamenti tecnici, testimonianze e analisi dei tabulati telefonici. A fare luce sulla vicenda anche la testimonianza chiave di Capuano che durante il processo avrebbe indicato il nome del mandante che, secondo quanto è emerso, avrebbe atteso in casa che gli esecutori sparassero contro la caserma, seduto in poltrona, ad ascoltare i colpi di pistola che rompevano il silenzio nella notte. Dattilo è accusato inoltre anche di estorsione, in quanto in carcere avrebbe cercato di farsi consegnare da Salzano 20mila euro e il pagamento delle spese legali in cambio del suo silenzio. Un ricatto che però non sarebbe mai andato in porto.
f.tonghini
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