Lo spettacolo si intitola “Prendeva il treno per non essere da meno”, e cita esplicitamente il ritornello di una famosa canzone di Enzo Jannacci, l’artista cui è dedicato. Quando Marco Castelli l’ha ideato, scritto, ideato e portato in scena per la prima, si trattava di un tributo, di una pura dichiarazione d’amore perché Jannacci era ancora in vita.
Domani sera, quando il cortile del teatro Giuditta Pasta ne ospiterà una replica, per il pubblico sarà un modo per ricordare il grande cantautore milanese e per rendergli omaggio partecipando al tributo con cui Marco Castelli e la sua band ne raccontano la storia artistica e sociale, mettendo in luce le sue peculiarità musicali e il filo rosso che lega i protagonisti delle sue canzoni, interpretati dall’attore Gianluca Beretta (con trentennale esperienza in teatro e noto anche al pubblico televisivo per la sua partecipazione ai maggiori programmi comici in tv).
Sul palco con lui quattro polistrumentisti (oltre a Marco Castelli, che è anche voce della band, ci sono il fisarmonicista Stefano Gulani, Cristian Furini e Marco Andrea Carnelli) che cambieranno e si scambieranno gli strumenti ad ogni canzone, una ventina in tutto, messe in fila per ripercorrere le tappe più significative della carriera di Enzo Jannaci. Partendo dagli arrangiamenti dello storico spettacolo “22 canzoni” che consacrò Enzo Jannacci al pubblico milanese (scritto insieme a Dario Fo nel 1964),
si mostrerà lo spessore del cantautore su due livelli. Da un lato la grande influenza che Jannacci ebbe sulla canzone d’autore italiana anche attraverso le numerose e preziose collaborazioni con i più significativi artisti italiani in questo campo. Dall’altro il suo impegno sociale nel parlare di emarginazione sociale, della vita in fabbrica e in periferia attraverso quei personaggi «perdenti» che sono i protagonisti delle sue canzoni, sempre alla ricerca di un riscatto o anche soltanto di una seconda possibilità.
Lo spettacolo inizierà alle 21.30 e l’ingresso, su via Varese, costa 5 euro.
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