– Chirurgia generale a rischio depotenziamento all’ospedale di Angera: è questa la grande preoccupazione sollevata nelle ultime ore dai rappresentanti del comitato spontaneo permanente dell’ospedale di Angera, Andrea Bagaglio, Marco Brovelli e Valeria Tognoli. «Le ultime notizie apparse sulla stampa locale da parte di alcune sigle sindacali – dicono – dipingono un quadro preoccupante per il futuro dell’ospedale di Angera. La situazione dell’ospedale di Angera e di altri ospedali della Provincia (vedi Tradate) comporta il rischio concreto che a pagarne le spese siano i cittadini con la diminuzione delle prestazioni».
«La ricaduta del nuovo Decreto Regionale POAS delle ASST, ovvero del Piano di Organizzazione aziendale strategico (il quale prevede un numero molto elevato di interventi “oncologici” come indicatore principale di accreditamento) – hanno spiegato – rischia di dare un ulteriore colpo al nostro ospedale cittadino. In parole semplici è concreto il rischio di un depotenziamento del reparto fiore all’occhiello del Carlo Ondoli ovvero la Chirurgia Generale, che, passerebbe da un’unità operativa complessa ad un’unità operativa semplice con la diminuzione degli interventi fino ad ora eseguiti». Le nuove norme stabiliscono infatti che al di sotto di 200 interventi oncologici si debba passare a una semplice unità operativa. «Fino adesso – insistono – da più parti si era parlato di potenziare il nostro ospedale cittadino ma nel merito purtroppo, dobbiamo verificare che le tante rassicurazioni non hanno avuto riscontro nella realtà. E se si dovesse sciaguratamente avverare quanto sopra asserito assisteremo al fatto che anche il reparto di Chirurgia Generale non sarà più quello di prima». Nel comitato la preoccupazione è grande: «I tristi presagi evidenziati da questo Comitato poco tempo fa – aggiunge il Comitato – si stanno confermando. In particolare il rischio di chiusura del reparto di Ginecologia; rischio di depotenziamento generale della struttura ospedaliera; rischio di nessun investimento nel medio e lungo termine. A tutt’oggi il Comitato è in attesa di essere ricevuto dalle istituzioni regionali preposte e da quelle nazionali, così da portare all’attenzione tutte le gravi problematiche sopra descritte». «È un loro preciso dovere tenere in debita considerazioni le oltre 6.000 firme fino ad ora raccolte, con cui si chiedeva la salvaguardia del reparto di Ginecologia e di tutto l’ospedale di Angera. Se ciò non dovesse avvenire – conclude il comitato – con la massima urgenza, metteremo in campo altre azioni per tutelare il nostro ospedale cittadino, anche perché le rassicurazioni ricevute da più parti, sembrano allo stato attuale, rimanere solo sulla carta e niente più».