Prese a pugni e derubò l’automobilista che si era fermata pensando che avessero bisogno di aiuto per via di un presunto guasto alla macchina. Un gesto di generosità che le costò almeno 40 giorni di prognosi, ma nelle ultime ore il rapinatore, un uomo residente nella zona di Brenta, è finito in manette grazie all’attività d’indagine condotta dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Varese e coordinata dalla Procura di Varese.
Un’indagine durata pochi mesi, che alla fine ha consegnato alla giustizia uno dei due aggressori. I fatti risalgono allo scorso mese di maggio. Una vicenda che fece discutere parecchio dalle parti di Cuasso, dove è avvenuta la rapina, ma non solo. Secondo la ricostruzione sommaria dei fatti, la donna, un’infermiera della zona, a bordo della propria autovettura stava andando verso il proprio posto di lavoro, in una struttura sanitaria del territorio. Avrebbe dovuto svolgere il turno notturno, com’era già capitato molte altre volte. Ma questa volta purtroppo qualcosa è andata storta.
Intorno alle 22 o giù di lì ha notato lungo la strada una macchina in panne. Pensando che qualcuno potesse avere bisogno si è avvicinata, ma appena ha abbassato il finestrino per chiedere di cosa avessero bisogno, è stata aggredita e picchiata in maniera selvaggia. Le hanno rifilato diversi pugni procurandole ferite gravi alla mandibola. L’hanno tramortita e dopo averla messa ko le hanno portato via la borsetta. Una storia assurda che avrebbe potuto avere conseguenze ancora più
devastanti. Dopo averla riempita di pugni e dopo aver derubata se la sono filata facendo perdere le proprie tracce. Forse credevano di averla fatta franca, ma in realtà i militari hanno subito dato impulso alle ricerche dei responsabili della vile aggressione di maggio. L’infermiera è stata trasportata in ospedale dove ha ricevuto le cure mediche necessarie per evitare complicazioni. Le avevano riscontrato lesioni guaribili in una quarantina di giorni. I carabinieri si sono subito lanciati sulle tracce della coppia di balordi. Sulla base delle testimonianze fornite hanno ricostruito con esattezza quanto accaduto, definendo anche un minimo di identikit.
Nelle ultime ore hanno incastrato, dopo aver raccolto diversi elementi di colpevolezza, uno dei due. Si tratta di un uomo già noto alle forze dell’ordine, essendosi già reso responsabile di fatti analoghi in passato. L’uomo, trasferito in carcere a Varese, dovrà rispondere della pesante accusa di rapina aggravata in concorso. Tuttavia le indagini non si sono ancora concluse. Stanno proseguendo tutti gli accertamenti necessari per risalire anche al secondo aggressore.