LONATE POZZOLO Pericolosa, perché con un morso può staccare una mano a un adulto. Ma anche vittima: da anni probabilmente era in giro per il Villoresi e il Ticino, nutrendosi di pesci, topi e carogne di animali, mentre avrebbe preferito starsene nel suo habitat naturale, in Canada o nella zona nord degli Stati Uniti (dove comunque non è ben vista).
Il corpo forestale dello stato di Vergiate ha catturato una tartaruga azzannatrice adulta, di età
compresa tra i 20 e i 30 anni. Pesante 15 chili, molto aggressiva, con il carapace leggermente schiacciato. È il primo esemplare di questo tipo trovato vivo nel Varesotto. Impressionate lo scatto fulmineo con cui attacca e la forza delle sue mascelle.
Gli agenti sono intervenuti sabato scorso in seguito all’allarme dato da un pensionato che ha visto l’animale spuntare nel proprio orto di Lonate Pozzolo, con il becco aperto e la coda piena di punte, come un dinosauro.
La tartaruga ha lottato, opposto resistenza agli agenti, che alla fine sono riusciti a farla entrare in un grosso mastello e portarla in un luogo sicuro: la clinica veterinaria di Casbeno di Rainer Schneider. L’animale, che è sotto sequestro, settimana prossima verrà trasferito a Pavia in un’oasi naturale specializzata in animali pericolosi.
«Tutto lascia supporre che la tartaruga sia stata acquistata anni fa per poche migliaia di lire: i negozi le vendevano insieme a quelle innocue, senza spiegare la differenza tra i due tipi – spiega il veterinario Rainer Schneider, esperto di fama internazionale di rettili – Qualcuno, anche per la dimensione e la pericolosità, ha preferito disfarsene, senza pensare alle conseguenze».
Nella zona di Lonate, nel 2008, era stata avvistata una tartaruga di grosse dimensioni. Il corpo forestale era andato sul posto per verificare la segnalazione, senza però trovare nulla. Che si tratti del medesimo esemplare?
«Può essere – risponde il veterinario – ma i pescatori del lago di Varese mi hanno detto che è capitato di trovarle nelle reti, morte affogate (hanno bisogno di mettere fuori dall’acqua il becco per respirare)».
Adriana Morlacchi
a.cavalcanti
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