GALLARATE – È stata smantellata nelle ultime ore dagli investigatori della squadra mobile della questura di Varese e della squadra investigativa del commissariato di Busto Arsizio la “banda delle aziende”: si tratta di 6 persone che agivano tra le province di Como e di Varese.
Gli arrestati sono cinque italiani e un cittadino albanese senza fissa dimora. Si tratta di , 39 anni, di Gallarate; , 47 anni, di Cavaria; , 53 anni, di Olgiate Olona; , 39 anni, di Gallarate; , 43 anni, di Tradate; ed , 32 anni, che alla polizia avrebbe riferito di essere domiciliato allo stesso indirizzo di Pinto.
L’attività investigativa si è conclusa nella notte di domenica, subito dopo che la banda aveva depredato un’azienda
di Colverde, in provincia di Como.
Gli agenti, alla luce delle informazioni acquisite in alcuni siti potenzialmente oggetto dell’attività criminale, avendo avuto notizia che la banda avrebbe potuto puntare un sito della limitrofa provincia di Como, hanno organizzato un complesso servizio di osservazione, verificando la presenza della banda, composta dai sei soggetti.
Una banda molto ben organizzata, nella quale tutti i componenti avevano dei compiti definiti. Si erano riuniti e distribuiti su due autovetture, avevano preso di mira un capannone in uso alla Bric’s di Olgiate Comasco.
Secondo la ricostruzione investigativa avrebbero rotto la recinzione, introducendosi nella proprietà, avrebbero sfondato una porta antipanico e poi, una volta all’interno della struttura, avrebbero proceduto alla disattivazione del sistema antifurto.
Per neutralizzare i radar si sarebbero serviti di una schiuma spray, per poi mettere fuori uso i sensori dell’impianto con l’utilizzo di nastro isolante.
Dopo circa tre ore uno dei ladri usciva dalla Bric’s, prelevato dal complice in auto, e si allontanava per tornare alla guida di un furgone, con il quale rientrava nell’azienda. Poco prima di mezzanotte il furgone usciva dalla ditta col bottino e tutti i complici si distribuivano sulle due vetture, allontanandosi.
A questo punto scattava la trappola predisposta dalla Polizia. Alcuni agenti bloccavano i tre mezzi, impedendo ai ladri di fuggire con la refurtiva, costituita da circa 250 borse di pelle, del valore approssimativo di 55mila euro, merce subito restituita al legittimo proprietario.
Secondo la ricostruzione investigativa, basata su alcuni voci circolanti nell’ambiente, Antonino Pinto, noto come Tony o “Negro”, era il deus ex machina della banda.