VADO LIGURE (SV) – “Complimenti arbitro, sei un fenomeno, sei un fenomeno”. Questo il messaggio urlato dall’impianto dello stadio durante la partita di serie D tra Vado Ligure e Ligorna (che militano nel girone del Legnano) quando, a seguito di tre espulsioni, il presidente dei padroni di casa si è impadronito del microfono per ‘fare i complimenti’ all’arbitro, suscitando il delirio dei tanti tifosi presenti al sentitissimo derby ligure finito a 4 a 2 per gli ospiti genovesi.
L’episodio è avvenuto praticamente a fine partita, con i padroni di casa sotto di due rete e in otto in campo. Mentre sul campo si giocano gli ultimi passaggi, dagli amplificatori dello stadio si sente prima un “pronto pronto”, poi si sovrappongono due voci di cui una grida chiaramente “Cog..ne”, mentre un’altra, sempre rivolgendosi all’arbitro gli fa ironicamente i complimenti per la gestione della gara. E dagli spalti parte il coro “Buffone, buffone, buffone”.
Secondo quanto riportato da diverse testate sportive, uno dei due a prendere il microfono dello speaker sarebbe stato lo stesso presidente dei padroni di casa, il vulcanico Franco Tarabotto, la cui voce e cadenza sono inconfondibili. Misteriosa invece la voce che ha usato termini decisamente più pesanti. Tutto chiaro ed evidente grazie al video pubblicato da NotiziarioCalcio.com.
Una condotta che, unita anche agli insulti partiti dai tifosi, il giudice sportivo ha punito con mille euro di multa.
Una partita decisamente “calda” e molto sentita da tutte e due le squadre, non solo per le rivalità geografiche: il Ligorna ha iniziato una stagione in maniera convincente, puntando ai posti alti della classifica. Lo stesso vale per il Vado (storica squadra fondata nel 1913 che, pur militando ora in serie D, è famosa nel mondo del calcio per aver vinto la prima Coppa Italia della storia, nel 1922, battendo l’Udinese in finale), che ora occupa il terzo posto, proprio sopra i genovesi. La partita è già stata consegnata alla storia non tanto per il risultato sul campo, ma per l’episodio ‘fenomenale’.