VARESE La morte di Giuseppe Uva resta senza colpevoli: il gup varesino Giuseppe Fazio ha prosciolto Matteo Catenazzi e assolto Enrica Finazzi dall’accusa di omicidio colposo.
Catenazzi e Finazzi sono i due medici dell’ospedale di Circolo di Varese che ebbero in cura Giuseppe Uva dopo che l’uomo, 43 anni, fu sottoposto a trattamento sanitario obbligatorio. Uva morì poco dopo: per la procura di Varese un errore nella somministrazione dei farmaci al paziente portò al decesso dell’uomo.
Per Lucia Uva, sorella di Giuseppe, l’uomo sarebbe stato picchiato a morte da poliziotti e carabinieri mentre si trovava in caserma a Varese dopo essere stato fermato ubriaco in via Dandolo con un amico mentre spostava delle transenne sulla pubblica via.
Fabio Anselmo, rappresentante con Fabio Ambrosetti della parte civile costituita dalla sorella Lucia, oggi ha chiesto il proscioglimento di Matteo Catenazzi e il rinvio degli atti alla procura affinché venissero eseguite indagini mirate ad accertare cosa accadde nella caserma di via Saffi quella notte.
Il gup, nell’ordinanza di proscioglimento, ha scritto che il rinvio degli atti non è necessario in quanto il pubblico ministero ha dichiarato in aula di aver già eseguito gli accertamenti del caso e di essere pronto ad inviare il fascicolo aperto sulla base della denuncia di Lucia Uva al gip. Le richieste al gip, sulla base di quanto reso noto dalla stessa Lucia Uva qualche giorno fa, dovrebbero comprendere una richiesta di rinvio a giudizio a carico della Uva con l’accusa di diffamazione e una richiesta di archiviazione per quanto riguarda la denuncia della sorella di Giuseppe a carico dei sei poliziotti e dei due carabinieri che quella sera ebbero contatti con Uva.
Ad oggi la morte di Giuseppe Uva non ha responsabili; il pubblico ministero ha già annunciato che ricorrerà ancora una volta in Cassazione contro la decisione del gup di prosciogliere Catenazzi. Per Finazzi, invece, è stato lo stesso pubblico ministero a chiedere l’assoluzione. Da contorno alla doppia udienza preliminare, terminata dopo le 16 di oggi, la manifestazione a sostegno di Lucia Uva promossa in piazza Cacciatori delle Alpi. «Abbiamo sempre detto che i medici non c’entravano nulla – ha detto Lucia Uva – Alla fine l’unica indagata nelle indagini per la morte di mio fratello sono io, accusata di diffamazione. Ma io non mi fermo. Voglio la verità». S. Car.
s.bartolini
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