Gli ulteriori sforzi di Italia e Francia per andare incontro alle richieste di Bruxelles ottengono il risultato sperato: nessuna bocciatura dei progetti contenuti nella Legge di stabilità, che superano la prima prova in Europa.
«Il governo prosegue il suo impegno per garantire un equilibrio non facile tra il risanamento delle finanze pubbliche e lo stimolo alla crescita» ha rimarcato il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan ieri sera durante un’audizione alla Camera. Padoan, difende la decisione del governo di intervenire ancora sul deficit, come richiesto dalla Ue anche se ammette che questo sforzo ulteriore «rappresenta un impegno notevole per un Paese che è al terzo anno di recessione».
Ma anche se la Commissione non ha rilevato «gravi violazioni» delle regole nei piani di bilancio 2015, non è ancora pronta a promuoverli: il commissario agli Affari economici Jyrki Katainen rimanda al giudizio completo a novembre, che metterà in luce «mancanze e rischi» dei piani su cui fin dall’inizio ha espresso dubbi. Non sarà però più lui a occuparsi del dossier: dal primo novembre il controllo dei conti pubblici passerà nelle mani del socialista francese Pierre Moscovici,
e in molti sperano che la linea del rigido rispetto delle regole si ammorbidisca. Per Roma e Parigi, un primo e importante punto è comunque segnato. Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan parla di «dialogo aperto» con la commissione che segna anche i tratti di una nuova Europa. «Il riconoscimento della sostanziale coerenza del nostro budget con il quadro regolatorio dell’Unione europea – afferma il ministro italiano – vuol dire che anche l’Europa è sulla strada della crescita e della creazione di nuova occupazione».
Le correzioni dei conti che Italia e Francia hanno proposto in fretta dopo aver ricevuto la lettera di Katainen hanno convinto il commissario e il suo staff, evitando un rumoroso rinvio al mittente delle leggi che ormai sono già in Parlamento.
«Nelle ultime due settimane, la Commissione si è consultata con alcuni Stati membri per richiedere informazioni e per evidenziare alcuni timori iniziali sulle bozze di leggi di bilancio presentate», fa sapere Katainen in una nota, precisando che gli Stati hanno risposto «in modo costruttivo» ai rilievi. La collaborazione dei due governi è stata particolarmente apprezzata da Bruxelles, che l’ha presa come la dimostrazione di un processo che funziona, senza bisogno di arrivare alle sanzioni e dunque alle bocciature.
Dopo aver preso in considerazione «le nuove informazioni e gli sforzi ulteriori» comunicati nei giorni scorsi, Katainen spiega che non vi sono casi di «deviazione particolarmente grave che ci obbligherebbe a considerare un’opinione negativa in questo momento del processo».
Se le correzioni non fossero state fatte, la Commissione sarebbe stata obbligata dalle regole a bocciare i piani. «Qualunque mancanza o rischi saranno chiaramente messi in luce allora». Non solo: «Qualunque possibile ulteriore passo nell’ambito del Patto sarà valutato in un momento successivo, prendendo in considerazione le previsioni economiche autunnali e le opinioni sui piani di bilancio». Ovvero: evitata la bocciatura, l’Italia resta a rischio di bacchettate e anche di procedure nel caso in cui la Commissione non riterrà sufficiente lo sforzo per ridurre l’enorme accumulo di spesa.