Dopo il 2-2 casalingo con l’AlbinoLeffe, siamo onesti, le speranze di salvezza si sono ridotte al proverbiale lumicino. E con 13 punti da recuperare alla penultima (lo stesso AlbinoLeffe) e sole 13 partite ancora da giocare, il rischio di alzare anzitempo bandiera bianca è molto concreto. Gli stessi tifosi ormai non sembrano crederci più, come dimostra l’atmosfera spettrale e un tantino cupa dello “Speroni” in quella che era pur sempre la sfida più delicata della stagione.
Sarebbe però inaccettabile gettare la spugna già adesso, tanto più che contro l’AlbinoLeffe si è vista una Pro Patria in evidente crescita rispetto alle ultime prestazioni. «Posso accettare la sconfitta, ma non posso accettare di rinunciare a provarci» ha detto uno che qualcosina di buono nello sport ha combinato, un certo Michael Jordan. Una frase che i tigrotti dovranno far propria da oggi in poi. Troppo tardi? Probabile. Ma con un girone davanti non si può
certo abdicare, tenendo conto dei miglioramenti apportati dall’arrivo di Santana, dal recupero degli infortunati (su tutti Degeri, finalmente un playmaker di ruolo davanti alla difesa) e dai possibili sconti sulla penalizzazione che potrebbero arrivare dalla sentenza di appello del processo Dirty Soccer. Certo, oggi come oggi la salvezza è un miraggio, va detto con chiarezza. Ma continuare a lottare è un dovere. In fondo, non si chiede altro che riproporre in ogni partita lo spirito e la combattività messi in mostra sabato pomeriggio: una gara dominata da una Pro Patria che avrebbe ampiamente meritato di vincere. Una Pro Patria che non si è arresa neppure dopo il gol beffa di Pesenti, che psicologicamente, per il modo e il momento in cui è arrivato, avrebbe annientato un toro.
Ecco, oggi si chiede questo ai tigrotti: onorare la maglia su ogni campo, non gettare mai la spugna, giocarsela sempre. Sarebbe inaccettabile tirare i remi in barca già a febbraio, col rischio concreto di raccogliere figuracce in serie. Sono stati molti gli errori che hanno portato alla situazione attuale: dalla scelta sbagliata del primo allenatore, al tardivo avvicendamento in panchina (Pala era libero e disponibile: perché non è stato chiamato prima?) al mancato arrivo di un uomo d’area che lo stesso Pala invoca da novembre. E tanto altro. Ma non servirebbe a nulla rimuginare sugli sbagli: semmai occorre tenerli ben presenti per non ripeterli in futuro. Ora si può solo continuare a dare battaglia su tutti i campi, e uscire a testa alta alla fine di ogni partita. Come è successo con l’AlbinoLeffe. Si ripartirà sabato alle 15 dalla trasferta di Pordenone, contro una squadra in forma smagliante: i ramarri di mister Tedino, reduci da cinque vittorie consecutive (da 4 gare non subiscono gol) hanno agguantato la FeralpiSalò al secondo posto.