Pro, la Coppa è un inciampo in una corsa fin qui strepitosa

Un precampionato fatto di certezze, gol a ripetizione e vittorie non può essere oscurato dall’eliminazione con il Como

«La Coppa Italia non ci interessa», disse la volpe rivolta all’uva.

Citazioni esopiane a parte, in casa Pro Patria si respira un clima strano nel post eliminazione con il Como. Strano, perchè dopo un precampionato fatto di certezze condite da una valanga di reti messe a segno, di un filotto di vittorie e di una sola rete subita, arriva la pietanza fredda. Fredda come una doccia novembrina in un campo di periferia, fredda come un’eliminazione patita per mano di una squadra, il Como, messa insieme nelle ultimissime settimane e certo incompleta, fredda perchè i bustocchi sono al lavoro da ormai un mese e mezzo.

Doccia fredda sì, ma con attenuanti. Quelle classiche, nulla di astruso, che vanno dal fatto che stiamo parlando di calcio d’agosto, della temperatura che non aiuta, di carichi di lavoro tosti, del tifo avversario di quelli importanti, delle solite cose che valgono anche per la squadra che è uscita vittoriosa dal campo. Colpa di Javorcic? Colpa di Alfredo, cantava Vasco Rossi. Ironie del caso a parte, possiamo di certo dire che i rigori calciati in maniera scellerata non sono stati tirati dallo spalatino, certo che qualcosa non quadra.

Perchè sostituire due rigoristi puri come Le Noci e Disabato quando la partita stava volgendo al termine?

Facciamo un flashback e torniamo alla scorsa stagione, quella in cui Roberto Bonazzi era alla guida tecnica della squadra: i tigrotti macinavano gioco e concludevano poco. Tante belle prestazioni, risultati altalenanti, campionato che scivola via senza colpo ferire e allenatore esonerato a poche giornate dalla fine, quando i giochi erano ormai fatti. Arriva Javorcic e la squadra sembra magicamente essere pragmatica, magari costruisce meno ma è più cattiva, gli esperti dicono così, sotto porta.

Leit motiv che si ripete anche nel precampionato della stagione appena cominciata, altro che Bonazzi. Fino a domenica, fino a Carate Brianza, fino al match con il Como quando la squadra è apparsa sterile nella produzione del gioco, quando Disabato è sembrato molto sottotono, quando Pettarin è risultato statico e fuori dal gioco. Poi è entrato Pedone, sono arrivate le verticalizzazioni per Gucci, e le cose sono andate migliorando. Fino ai calci di rigore, fino all’eliminazione che riporta tutti a fare i conti con la realtà dei fatti e con un campionato che vede i Tigrotti ai blocchi di partenza.

La domanda a questo punto però sorge spontanea: può una sola partita cancellare un precampionato solido fatto di certezze? «No, solo che la Coppa Italia non ci interessa», disse la volpe rivolta all’uva.