«Pro, ti dico sì. Per Patrizia Testa»

Il nuovo dg - Salvatore Asmini conferma le voci sul suo futuro in biancoblù: «Ripartiamo da capo, insieme»

Il suo nome circola con insistenza da diversi giorni. Sarà Salvatore Asmini il nuovo direttore generale della Pro Patria? Lo abbiamo chiesto al diretto interessato, che non si è tirato indietro. Anzi. «Posso confermare che il discorso è avanzato. Siamo vicini, sì. Ci sono buone probabilità che da qui a qualche giorno il mio rapporto con la Pro Patria venga formalizzato». Il personaggio non ha bisogno di presentazioni: navigato lupo di mare del calcio italiano, Asmini è stato a lungo il braccio destro di Beppe Marotta, con cui ha condiviso una straordinaria esperienza nella Sampdoria di Cassano e Pazzini. Dal 2012 è direttore generale della Castellanzese.


No, no. L’accordo è indipendente dalla categoria. Io ho dato la mia disponibilità sia per la Lega Pro che per la Serie D. Il mio compito sarà quello di ristrutturare la società, a prescindere dalla serie in cui giocherà la Pro Patria nella prossima stagione.

Guardi, qualche anno fa avrei detto: sì, ci penso io. Ora non posso più farlo. Al mercato penserà il prossimo direttore sportivo.

In ballottaggio ci sono cinque figure. Ma prima di scegliere dobbiamo conoscere la categoria. A meno che non abbiamo la fortuna di trovare un ds di Lega Pro che accetterebbe di lavorare anche in D, con la speranza di bruciare le tappe e tornare subito tra i professionisti. Quando conosceremo le categoria potremo scegliere il ds.

Il 7 giugno ci sarà un consiglio federale molto importante, nel corso del quale verranno stabiliti i criteri per i ripescaggi e le riammissioni. Ma questa cosa la sta seguendo l’avvocato Di Cintio, insieme a Patrizia Testa e al dottor Nazareno Tiburzi. Ovviamente, prima conosciamo la categoria e meglio è.

Esattamente. Dovremo muoverci con intelligenza. Non possiamo allestire di corsa una squadra per la Serie D, per poi modificarla con tre o quattro ritocchi in caso di riammissione in Lega Pro: tre o quattro innesti non basterebbero, rischieremmo di fare gli stessi punti di quest’anno. Tra Lega Pro e Serie D le differenze sono notevoli.

Adesso sarebbe importante cominciare a portare a casa qualche giovane, che andrebbe bene per entrambe le categorie. E poi vedremo, di giocatori in giro ce ne sono tanti. Certo, non è che possiamo dormire, ma neanche buttarci allo sbaraglio e fare la squadra in fretta e furia perché, ripeto, le due categorie sono molto diverse. E la Lega Pro a 60 squadre sarà più dura, non più facile.

Non è quello il problema, le garanzie ci sono. La signora Testa e il dottor Tiburzi sono due persone squisite. Loro vorrebbero fortemente fare la Lega Pro. Ma servono certezze in questo senso. Per inciso: è assurdo che una questione così decisiva venga tirata così tanto per le lunghe. Le società hanno il diritto di sapere certe cose per tempo.

Formare una squadra societaria forte: se non hai quella, fai brutte figure tutti gli anni. La prima cosa è la struttura societaria: persone giuste al posto giusto. Se sarò il direttore generale dovrò ristrutturare tutto, ripartendo da capo. Anche il settore giovanile è un disastro, è un fuggi fuggi generale. Sono consapevole che sto per prendermi una bella gatta da pelare.

Se non avessi parlato con la signora Testa, non l’avrei fatto. Per Busto Arsizio una persona così è una manna dal cielo. La sua passione, il suo impegno, i sacrifici che sta facendo per la Pro Patria, non li avevo mai visti altrove. Ha le idee chiare, ma ha bisogno di essere aiutata nella creazione di una società di calcio: sa, questo è un mondo di avvoltoi…

Massima onestà, serietà e impegno. Ho promesso questo.

Sì, ma sempre facendo capo alla signora Testa. Posso fare e disfare, ma in ultima analisi sarà lei a darmi l’ok. Sarà comunque una società snella, composta da tre persone: presidente, direttore generale e direttore sportivo.

Dove mi trovo bene. E non nascondo che sono in grossa difficoltà a interrompere il rapporto con la famiglia Affetti, a cui sono legato da una stretta amicizia.

Non posso dire che l’abbia presa bene.

Non so, mi auguro che ci siano i presupposti. La Pro Patria ha uno stadio a norma, i conti in regola, e paga regolarmente gli stipendi. Con i tempi che corrono, non sono cose da poco.