Palermo, 24 ago. (Apcom) – La procura di Agrigento interrogherà questo pomeriggio due dei cinque eritrei soccorsi giovedì scorso a sud dell’isola di Lampedusa. “Fra oggi e domani i tre maggiorenni – spiega ad Apcom il procuratore capo di Agrigento, Renato Di Natale – saranno iscritti nel registro degli indagati per immigrazione clandestina”. Per gli altri due, minorenni, analoga iscrizione dovrà farla la Procura presso il Tribunale per i minorenni di Palermo. Saranno quelli dei superstiti, quindi, i primi nomi `noti’ che saranno iscritti nel registro degli indagati. L’indagine avviata dalla procura della città dei templi, per ora, è per omicidio colposo plurimo e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, ma è contro ignoti.
“Abbiamo accertato la nostra competenza territoriale – spiega ancora Di Natale, quasi a voler sgombrare il campo da equivoci nati in questi ultimi giorni “perché i cinque eritrei sono arrivati sul nostro territorio” illegalmente. Per avviare una indagine per omissione di soccorso, che sarebbe stata compiuta da una decina di imbarcazioni nel Canale di Sicilia e, per ultima, da una motovedetta di Malta, bisognerà prima accertare la competenza territoriale della procura Agrigentina. Provare cioè che l’omissione è avvenuta in acque di competenze italiane. E sarà assai arduo affermarlo e provarlo visto che è improbabile uno ‘sconfinamento’ delle motovedette maltesi.
Quel che è certo è che gli investigatori hanno trovato cinque salvagenti, di fabbricazione italiana “che sembrano appartenere alle autorità maltesi” dice ancora Di Natale. E questo confermerebbe il `contatto’ fra il gommone e la motovedetta dell’isola dei Cavalieri, su di cui hanno parlato i migranti dopo aver raccontato della morte di loro 73 compagni di viaggio. Se dovesse esserci stata una omissione di soccorso, ma solo nell’ipotesi in cui venga accertata la competenza della procura italiana, potrebbe essere avviata una rogatoria internazionale per chiedere alla magistratura Maltese di interrogare i componenti d’equipaggio della motovedetta che ha fornito carburante e salvagente agli eritrei. “Noi non possiamo indagare su Malta come leggo su alcuni giornali” sottolinea Di Natale.
Parlando di presunti respingimenti `selvaggi’ senza cioè fornire ai migranti garanzie Di Natale è chiaro: “Non siamo a conoscenza di respingimenti selvaggi”. E poi aggiunge “E’ un problema di carattere politico, solo se viene provata la consumazione di un reato noi possiamo aprire una indagine. Fra Italia e Libia sui respingimenti c’è una convenzione e noi non entriamo del merito di vicende politiche”.
Cas
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