Profughi e birra, svolta sui social. Una risata seppellisce la polemica

Compare sulla pagina abbiatese di Facebook un’immagine di italiani muniti di scorta. I commenti ironici sgonfiano la rabbia dei detrattori. Intanto si preparano i lavori utili

La discussa immagine della cassa di birra trasportata da un profugo, pubblicata su Facebook, ha acceso la fantasia degli abbiatesi. La risposta più divertente sempre attraverso Facebook è arrivata grazie all’ironia di un lettore della pagina di Sei di Abbiate se…, che ha postato la foto di un cittadino italiano, abbiatese doc, che fa il verso alla foto del profugo con la birra in mano, che tante polemiche aveva sollevato.

Un’immagine stupenda, molto divertente, di grande ironia e intelligenza che mette la parola fine sulla vicenda. Qualche giorno fa era comparsa quella del profugo, nelle ultime ore è arrivata la risposta ironica di chi, evidentemente, pensa che non sia poi così grave acquistare della birra, anche se vengono utilizzati dei soldi pubblici.
L’immagine è esattamente la stessa: in una compare lo straniero, nell’altra l’italiano. E le risposte anche su Facebook sono piovute secondo uno spartito molto più

ironico: «Ogni volta che vedo un ragazzo che trasporta della birra rimango allibito», scherza un utente. «È una vergogna vergognosissima – aggiunge un’altra utente del social – Ma voi giovani, come fate? Dove andrete a finire?».
«Sto pensando – dice un’altra – guardando questa seconda foto, che devo stare molto attenta a non essere beccata in flagranza mentre esco dal supermercato con una cassetta di bottiglie di birra».
Poi c’è anche chi ricorda, però, gli aspetti che maggiormente stanno facendo discutere di tutta la vicenda: «Anche questa birra (quella della seconda foto) – dice un utente – è stata comprata con i 35 euro che vengono regalati ai sedicenti richiedenti asilo e rifugiati da guerre immaginarie? Non credo proprio».

Ironia o meno, la questione resta molto calda in città. Pochi giorni fa l’assessore aveva cercato di stemperare i toni sulla vicenda: «Qualsiasi cosa facciano queste persone, anche se rientrano nella normalità, diventano qualcosa di delinquenziale. Credo che l’aver voglia di bere una birra non sia un atto pericoloso. Hanno qualche euro in tasca per le loro necessità e avranno pensato di bere una birra: non mi sembra un segnale negativo, anzi può essere un segnale di integrazione».
E sulla situazione dei profughi Beghi aggiunge: «Croce Rossa sta completando l’insediamento, noi stiamo preparando il programma con le attività che dovranno svolgere. Hanno già svolto dei lavori, stiamo vedendo quali sono le necessità per cui impiegarli. Stanno aspettando».
Nel frattempo, nell’ultimo fine settimana è stato completato l’elenco, che sarà poi soggetto a un’ulteriore scrematura, dei volontari che si occuperanno del progetto di accoglienza di Tradate. Si tratta di una quarantina di persone che con vari incarichi tenteranno di far integrare gli stranieri, impegnandoli sul territorio.