Profughi e caso Accam: rabbia in piazza e in aula a Busto

La protesta contro i centri di accoglienza va in diretta su Retequattro

«Basta profughi»: stavolta a scendere in piazza Plebiscito sono il neonato comitato e i sindaci leghisti. Ma è protesta anche in consiglio comunale: cittadini in aula con le mascherine contro l’inceneritore Accam.
In piazza Plebiscito, già teatro delle proteste dei richiedenti asilo di via dei Mille, ieri sera c’era il collegamento in diretta con la trasmissione di Retequattro “Dalla vostra parte” di . Con l’inviato , c’erano una cinquantina di persone portate dal Comitato Basta Profughi e dalla Lega Nord,

tra cui alcuni sindaci lumbard (e il vicesindaco bustocco “dietro le quinte”), che hanno dialogato con gli ospiti in studio, tra cui l’ex ministro e la deputata Pd Malpezzi. «Troppo comodo, per una cooperativa che in provincia di Varese incassa 25mila euro al giorno per gestire i profughi, dire al Comune di farsi carico dell’accoglienza – denuncia l’ex assessore Ivo Azzimonti – queste persone sono state fatte scendere in piazza a chiedere la carta d’identità. Ma il governo deve gestire in modo diverso gli immigrati». Il problema è territoriale, come sottolinea Leonardo Tarantino, sindaco di Samarate: «Da noi le cooperative occupano edifici senza la destinazione urbanistica opportuna. Gli italiani devono rispettare le regole e i profughi no?». E Checco Lattuada, portavoce del Comitato Basta Profughi, spiega: «Abbiamo costituito il comitato nella giornata delle vittime dell’immigrazione, che è figlia dell’ipocrisia e del politicamente corretto. Scriveremo al prefetto duramente per chiedergli di piantarla a mandarci i profughi».
Aria di protesta anche in aula consiliare, dove ieri sera si è discusso il documento di indirizzo su Accam: un gruppo di cittadini, tra comitato di Borsano e “Una Vas per Busto”, hanno indossato delle mascherine mentre il sindaco Emanuele Antonelli spiegava la scelta di posticipare la chiusura dell’impianto al 2021. «Se si chiude nel 2017, il bilancio è fallimentare e tutti i soci, anche quelli che si dicono contrari, dovranno tirare fuori i soldi per la bonifica dell’area – le parole del sindaco – la mia proposta è: facciamo approvare il bilancio, per rafforzare la società e poi sederci attorno a un tavolo per arrivare alla soluzione della società unica, evitando il doppio impianto dell’umido. Una cosa è certa: al 2021 l’inceneritore chiude, ma la società può continuare».