Profughi in via dei Mille, vertice a Palazzo Gilardoni per rassicurare gli abitanti della zona: «Presenza provvisoria». Ma tra i residenti serpeggia la preoccupazione: «I sacrifici di una vita per acquistare un appartamento, e ci troviamo a vivere in un centro di accoglienza».
Il sindaco ha subito convocato le parti coinvolte, per un confronto vis-a-vis che potesse evitare contestazioni e polemiche. Innanzitutto, informa il sindaco, è stato confermato che «tutti i profughi sono già in Italia dallo scorso aprile e sono già stati sottoposti ai controlli sanitari del caso».
In via dei Mille 5, nella palazzina dell’ex Cral Enel, che era riservata ai dipendenti della società elettrica in reperibilità, abitano solo due famiglie: una ha acquistato un appartamento nel 2006, l’altra è in affitto. Gli altri appartamenti sono di proprietà di una società che fa capo a , la cui moglie , titolare di un’azienda agricola ad Arona, ha formalmente ricevuto l’incarico dal ministero degli interni per l’accoglienza di 25 profughi. La zona, tra il centro e la stazione Nord, è caratterizzata da diversi immobili vuoti in attesa degli sviluppi urbanistici di tutto il comparto, ma sono diverse le famiglie che guardano con preoccupazione alla presenza dei profughi.
«Ce li siamo visti arrivare da un giorno all’altro, senza alcun avviso – racconta uno dei residenti di via dei Mille 5 – qualche giorno prima sono venuti a fare le pulizie, poi ecco i primi profughi, qui sul nostro stesso pianerottolo. Non ce lo saremmo mai aspettati». I giovani africani sono distribuiti nei vari appartamenti: passando in via dei Mille si vede qualcuno di loro seduto fuori dal portone del palazzo intento a scrivere messaggi con il telefono cellulare. «Niente contro queste persone, per ora tranquille ed educate – spiegano i residenti – sappiamo che ci vuole poco a passare per razzisti, ma la situazione è critica». Il capofamiglia che ha acquistato l’appartamento è il più preoccupato: «I sacrifici di una vita per trovarmi in questa situazione…».
Così il sindaco Gigi Farioli ieri si è preoccupato soprattutto di tranquillizzare gli abitanti di via dei Mille, che temono che quei locali possano essere utilizzati anche in futuro per la gestione di situazioni di emergenza. «È stata chiaramente affermata la provvisorietà di questo intervento – spiega il primo cittadino – i profughi rimarranno qui per un periodo massimo tra i quattro e gli otto mesi, legato ai tempi per le richieste di asilo». Con i gestori si è convenuto di prevedere interventi specifici per facilitare la convivenza, anche attraverso la presenza di una cooperativa che possa assicurare un controllo sanitario ad hoc e iniziative di educazione ed integrazione. Si valuterà anche l’opportunità di impiegare alcuni dei profughi in forme di lavoro di utilità sociale.
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