Profugo rischiava l’espulsione Torna infuriato a Samarate

SAMARATE I quattro nigeriani a Gallarate, il libico riaccompagnato a Cremona. Si conclude così l’esperienza dei cinque profughi ospitati fino alla scorsa settimana in un appartamento di via Trento.
Scarcerati sabato, dopo la rissa che li aveva portati tutti e cinque all’interno della casa circondariale di Busto Arsizio, i quattro cittadini nigeriani sono ora ospiti della Fondazione “Exodus”, che già si sta occupando di alcuni altri richiedenti asilo a Villa Calderara, a Cedrate.

Situazione più complicata, invece, per il libico. Quest’ultimo già sabato era stato condotto al centro di accoglienza di Cremona, dal quale però era riuscito a fuggire. Tornato a Samarate nella notte tra Natale e Santo Stefano, si è reintrodotto nell’appartamento di via Trento, a San Macario, forzando la porta. Sorpreso dal padrone di casa, che ha chiamato i carabinieri, alla vista dei militari ha minacciato addirittura il suicidio. Portato in caserma, dove ha trascorso la notte,

il giorno successivo ha rischiato il trattamento sanitario obbligatorio fino a che, in serata, non ha acconsentito ad essere trasportato all’ospedale di Gallarate.
Ieri mattina, poi, si è ripresentato in municipio, affermando di voler continuare ad essere ospitato a Samarate. Il punto è che, dopo la rissa della scorsa settimana, la prefettura ha deciso di destinarlo a Cremona.
E quindi non c’è possibilità che possa rimanere in città.

Non appena l’interprete gli ha chiarito la situazione, l’uomo ha dato nuovamente in escandescenze, urlando sulle scale che portano al primo piano. In Comune sono così dovuti intervenire gli agenti della polizia locale e i carabinieri che, solo verso le 14, sono riusciti a ricondurre il libico alla ragione.
Intorno alle 16 di ieri pomeriggio, una carovana formata dai genieri di Cascina Elisa e dai vigili urbani di Samarate è partita alla volta del centro di accoglienza di Cremona, accompagnando così l’uomo alla destinazione scelta per lui dal ministero dell’Interno.
«Noi abbiamo dato, a questo punto ci chiamiamo fuori», il commento dell’assessore ai Servizi sociali Valentino Celotto. «Ora chiederemo di uscire dal progetto».

j.bianchi

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