L’obiettivo è ambizioso. Far sì che tra due anni le Frecce Tricolori portino a Varese il loro Air Show. È il proposito che 200 operatori economici e istituzionali si sono posti come traguardo, ieri, al cospetto della magnifica Rocca di Angera e a un braccio di lago da Arona, capitale dello spettacolo che ha tenuto col naso all’insù migliaia di persone. Sì, migliaia. Questo l’indotto turistico che invaderebbe Varese se la Camera di Commercio, cabina di regia del rilancio (e artefice del marchio #DoYouLake),
vincesse la sfida. Certo, non può farlo da sola. Esperienze recenti e modelli esteri dimostrano che i grandi eventi non potranno più basarsi su risorse pubbliche, ma dovranno marciare sulle gambe di privati e investitori. Tendenza che non va vista come una debolezza. Costruire insieme, fianco a fianco, un futuro scandito da manifestazioni sportive di rilievo globale, festival e rassegne di ampio richiamo, congressi di livello internazionale, significa favorire uno scatto culturale di imprenditori e di istituzioni, affinché non vedano il turismo come stampella episodica, ma come motore di un tessuto economico proiettato al futuro e proprio per questo aperto al Mondo. Significa innescare un fruttuoso scambio tra operatori che considerino il paesaggio non un’ospitale e statica cornice, ma un imprescindibile e dinamico coprotagonista. E significa gettare le basi di un ricambio generazionale che guardi con occhi nuovi a parole come ricettività. Ieri, sulla terrazza della Rocca è stato battuto il primo ciak di un film che, se potrà contare sull’eterogeneo talento dei presenti, diventerà un capolavoro. A lieto fine.