Momenti di tensione ieri mattina in piazza Monte Grappa, quando una decina tra militanti leghisti e dipendenti Husqvarna si sono messi a volantinare davanti ad uno stand promozionale Bmw, «per far riflettere i varesini prima di acquistare da un’azienda responsabile dell’aggravarsi della crisi sul nostro territorio».
Ieri mattina era prevista da tempo una iniziativa promozionale della Bike House (e non Trebicar, come sembrato in un primo momento), la concessionaria Bmw di Varese. Un grande gazebo blu gonfiabile con moto e scooter esposte alla curiosità dei varesini. Insieme ai militanti della Lega Nord, i dipendenti Husqvarna hanno deciso di portare avanti un’azione dimostrativa, disturbando la pubblicità che Bmw voleva fare proprio a quelle moto che, per chi attende la cassa integrazione a Biandronno, rappresentano l’inizio della fine.
Verso le dieci, quindi, accanto allo stand Bmw è comparso lo striscione «Husqvarna, ready to close», diventato il simbolo della protesta, e chi si avvicinava alle moto riceveva un volantino che diceva: «Bmw EfficientDynamics: ovvero come rovinare 250 famiglie senza rimetterci la faccia! Prima di comprare Bmw pensaci 250 volte».
L’iniziativa ovviamente non è piaciuta ad, direttore della concessionaria Bmw cittadina, che ha chiamato la polizia locale per far allontanare i manifestanti, che avevano comunque un gazebo regolarmente autorizzato dall’altra parte della piazza, all’imbocco di corso Matteotti, per sensibilizzare i passanti sulla loro situazione..
«Noi siamo solo un concessionario – dice Cerni – non abbiamo nessuna colpa. Come non ce l’ha Bmw, del resto. Quando hanno acquisito Husqvarna, nel 2008, la ditta già aveva dei problemi. La crisi li ha acuiti, e i tedeschi non hanno potuto farci nulla. Ora vendono, rimettendoci, a Ktm, che fa l’unica cosa sensata, per un imprenditore: accentra la produzione negli stabilimenti già in suo possesso».
Dall’altra parte della piazza, i dipendenti Husqvarna trovano ospitalità per il proprio striscione sul gazebo della Lega Nord, e specificano che il loro obiettivo non è certo Bike House: «Loro fanno il proprio lavoro, come noi. Vendono Bmw a Varese, non ce l’abbiamo con loro – dice , tra poche settimane in cassa integrazione come altri 2010 dipendenti sui 250 della ditta di Biandronno – ma è innegabile quello che ha fatto la loro casa madre: ha spolpato poco a poco Husqvarna, per poter cedere al gruppo Pierer Industrie, quindi alla nostra concorrente Ktm, praticamente solo il marchio. Chi ci va di mezzo, però, siamo noi, le nostre famiglie e il nostro futuro».
Per questo alcuni dei colleghi di Bezzolato hanno al collo cartelli con che dice «Ringraziate anche lui», indicando il numero uno di Bmw, . «La nostra professionalità non è in discussione – spiega Bezzolato – la qualità delle nostre moto e le nostre capacità lo dimostrano. Tant’è che c’è chi tra noi ha già ricevuto proposte di lavoro. A me è capitato: una ditta di Pesaro mi ha proposto una collaborazione. Ho dovuto rifiutare: volevano mandarmi in Cina». Ed ecco un altro dramma per queste famiglie: con un mercato del lavoro, quello italiano, in cui la disoccupazione è al 12%, ricollocarsi è difficile. Ma emigrare con l’intera famiglia, magari verso paesi non occidentali, è ancora meno praticabile.
«Sotto la gestione Bmw sono già andato in India – spiega Bezzolato – ma si era sempre trattato di missioni, con una data di ritorno vicina e precisa». Con questa nuova offerta di lavoro, il ritorno non è un’opzione contemplata.
I dipendenti Husqvarna, intanto, ringraziano la Lega Nord, «che ci ha ospitato e appoggiato anche oggi» e i parlamentari Pd ed , «che sappiamo si stanno impegnando nelle sedi istituzionali a Roma».
Appoggiare la protesta Husqvarna, per il segretario cittadino della Lega, , «è doveroso. Sono una delle eccellenze del nostro territorio, che viene depauperato perché non ci sono leggi che tutelino le nostre imprese. La nostra scelta, a questo punto, è stata quella di spiegare ai varesini cosa ha fatto Bmw, invitandoli a pensare a quello che comprano».
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