Sull’Arcisate-Stabio ritorna la protesta e , sindaco di Induno Olona ha scritto al presidente del consiglio e al ministro dei trasporti . Nella missiva c’è tutta la rabbia di un primo cittadino che quotidianamente accoglie delegazioni di Indunesi stanchi e arrabbiati dei pesanti disagi dovuti ai cantieri ferroviari.
«Colmo di angoscia e rabbia»
«Vi scrivo colmo di angoscia e di rabbia per la situazione drammatica che sta vivendo ormai da anni il paese di cui sono sindaco – dice nella lettera – La cittadina è pesantemente interessata dall’ormai lontano 2010 dai lavori, un enorme cantiere incompiuto, che fa scempio del territorio e su cui a oggi gravano pesanti dubbi sulla possibilità che sia portato a termine. Induno Olona come altri comuni della Valceresio giace esausto e sventrato da un cantiere enorme e fermo, avvitato sul problema di come e dove stoccare le terre di scavo».
Il sindaco procede quindi con un riassunto anno dopo anno delle “questione ferrovia” fino all’accordo del 19 febbraio 2014 tra Rfi, ditta appaltatrice e Regione Lombardia per far cessare il contenzioso avanzato dall’impresa e poter proseguire con i lavori. «A fronte dell’accordo di cui sopra si era convenuto che entro il settembre 2014 il Cipe si riunisse per approvare il provvedimento relativo ai siti di stoccaggio definitivi. Tale riunione è stata rinviata per ben due volte».
Ormai è ribellione
«Dopo anni spesi a confortare, supportare e aiutare i tanti cittadini che da quest’opera sono stati letteralmente travolti, ma che in fase iniziale con coraggio e forza hanno deciso di accettare, consci della sua ultima utilità, io non credo di essere più in grado, come Istituzione e rappresentante dello Stato Italiano sul territorio, di tenere a freno la ribellione. Una ribellione, e mi prendo la responsabilità nell’affermarlo, a questo punto condivisibile e legittima – prosegue con preoccupazione –
Una ribellione che forse (non ancora, e speriamo mai lo faccia) non assume contorni di violenza, ma è ormai assai profonda, strisciante e non meno pericolosa: parlo del dilagare di una profonda sfiducia nei confronti di uno Stato incapace di gestire e condurre a termine un’opera pubblica». Cavallin se la prende anche con il rimpallo delle responsabilità: «Assistiamo impotenti a un rimpallo continuo di responsabilità, a una burocrazia soverchiante, a un perenne dilatamento dei tempi di azione e di decisione. Non è giusto che i nostri concittadini siano trattati in questo modo. Abbiamo bisogno di risposte». Il sindaco, ha organizzato per domenica 19 ottobre, alle 10, un sit-in di protesta davanti i cantieri della ferrovia tra via Porro e via Jamoretti.n