Oggi, domenica 29 settembre, è una giornata di attesa per il mondo politico e amministrativo della Provincia, anche se i cittadini non saranno chiamati alle urne. Non si prevedono grandi sconvolgimenti negli equilibri politici stabiliti tre anni fa sotto la guida del presidente Marco Magrini. Tuttavia, il rinnovo del consiglio provinciale ha un’importanza strategica a lungo termine: potrebbe essere il primo passo verso un possibile ritorno dell’ente provinciale al rango di amministrazione di primo livello, con maggiori finanziamenti e competenze più ampie, simili a quelle pre-2008, prima della legge Delrio.
In vista della riforma delle Province
Il voto odierno rappresenta una fase di transizione, un test importante per una possibile riforma che potrebbe riportare la Provincia tra le amministrazioni di primo livello, con un ruolo cruciale nel collegare comuni e regione e potere decisionale su un vasto spettro di tematiche. Dopo anni di incertezza e un declassamento che non ha mai portato alla cancellazione definitiva, molti politici, tra cui i critici della legge Delrio, stanno spingendo per un ritorno alle origini.
Astensionismo e rischi per il voto
Il seggio unico di Villa Recalcati sarà aperto dalle 8 alle 20 per accogliere 1.766 tra sindaci e consiglieri comunali di 136 Comuni, chiamati a scegliere tra 58 candidati suddivisi in quattro liste. Lega e Fratelli d’Italia puntano ad aumentare la loro rappresentanza, mentre la coalizione dei Civici e Democratici mira a mantenere i cinque seggi attuali. La lista “La Provincia al Centro” si presenta con l’ambizione di diventare un laboratorio politico che potrebbe influenzare il panorama nazionale, riunendo civici, moderati e popolari. Tuttavia, il vero avversario di questa tornata elettorale potrebbe essere l’astensionismo, soprattutto nelle piccole realtà, un tema su cui tutti i candidati hanno rivolto un appello a non disertare le urne nelle ultime ore di campagna.