Si sviluppa con maggiore frequenza tra i 15 e i 35 anni, ma i sintomi possono insorgere a qualsiasi età, compresa l’infanzia. La psoriasi, di cui soffrono oltre un milione e mezzo di italiani, non colpisce solo la pelle: è una malattia sistemica cronica e debilitante, che può influenzare negativamente tutti gli aspetti della vita quotidiana. Fortunatamente le cure a disposizione sono diverse ed efficaci, ma ad essere molto importante per i pazienti è anche lo stile di vita. L’evoluzione di questa malattia è infatti spesso imprevedibile e può procedere attraverso riacutizzazioni, miglioramenti e talvolta anche persistenti remissioni. In pratica, in molti casi le lesioni cutanee vanno e vengono: in alcuni periodi tendono a ingrandirsi, talvolta invece si attenuano o scompaiono del tutto, per poi ritornare a settimane o mesi di distanza.
Alcuni dati emersi da una recente indagine del Censis, che ha preso in esame la qualità di vita del paziente psoriasico, mostrano come la paura dell’evoluzione della malattia (quasi il 65 per cento) e la vergogna per i segni sul corpo (56 per cento) condizionino fortemente la condizione psico-fisica dei pazienti. Solo il 24 per cento degli intervistati si dichiara soddisfatto della propria vita. La maggior parte sviluppa un senso di rassegnazione, quasi la metà
dei pazienti più gravi riconosce invece di avere spesso periodi di depressione. «La psoriasi – dice Mara Maccarone, presidente dell’Associazione per la Difesa degli Psoriasici (A.DI.PSO.) – è una malattia con percentuali sottostimate. Secondo un’indagine da noi condotta, un malato di psoriasi su cinque non sa a chi rivolgersi, uno su quattro tenta di curarsi da solo, il 16% dei medici di famiglia prescrive una visita dermatologica e solo nel 15% dei casi il medico curante indirizza i pazienti ai centri specializzati, mentre per ottenere una terapia efficace e per tenere la malattia sotto controllo è fondamentale seguire le raccomandazioni dello specialista».
Nonostante esistano molte terapie per i vari tipi di psoriasi (dai prodotti da applicare direttamente sulla pelle, alla fototerapia, ai farmaci quali ciclosporina, metroxate o i più recenti biologici), più della metà dei pazienti con una forma lieve, moderata e severa è insoddisfatto della gestione della malattia. «Avere la pelle senza lesioni è l’esigenza primaria che ci viene espressa dai malati – spiegano i dermatologi -. Purtroppo ad oggi una cura definitiva ancora non esiste e le terapie non sono risolutive come per qualsiasi altra malattia infiammatoria cronica complessa, ma permettono una remissione totale o quasi e consentono una vita del tutto normale. Recentemente è anche arrivata per l’Italia l’approvazione di un nuovo medicinale (secukinumab) per il trattamento di prima linea della psoriasi da moderata a severa, che aiuta a raggiungere l’obiettivo “pelle pulita” e ha dimostrato di riuscire a far scomparire le chiazze in tre mesi, diminuendo anche prurito, dolore e desquamazione. Con risultati durevoli nel tempo, anche fino a tre anni».